Buffon: «La Svezia va rispettata, ci sono pressioni diverse. Biscotto del 2004? Quella volta…»

Il capitano della Nazionale Gigi Buffon ha parlato così in conferenza stampa insieme al CT Ventura: «La partita più importante che ho giocato contro di loro era quello dell’Europeo 2004, pur avendo pareggiato non ho un bel ricordo. Ogni tanto abbiamo anche perso, la prima volta che ho affrontato la Svezia qui abbiamo perso 1-0. E’ una squadra che va rispettata, solida e che non regala nulla. Loro hanno la giusta qualità, fanno sempre la loro partita. Questo significa che per batterli devi giocare un’ottima gara. I giocatori trovano motivazioni con i traguardi, che sono i sogni che uno ha fin da bambino, come il Mondiale. Finché riuscirò a riscontrare questo entusiasmo, queste motivazioni, per continuare a giocare, lo farò. Se il playoff dovesse andare bene proverò una grande gioia, nel caso contrario…non ne voglio parlare. Da molto tempo non facevamo i playoff, incontrare la Svezia in questa doppia partita rende tutto più eccitante. Sono due gare che ci potrebbero permettere di staccare il pass per una competizione grandiosa, alla quale teniamo moltissimo. L’Italia è abbonata, ci teniamo tantissimo, dobbiamo fare il massimo perché questo abbonamento continui e venga rinnovato. Con le Nazionali non è operativo il VAR? Diciamo che è molto strano questo processo di introduzione, ora in Italia se ne sta facendo un buon uso, è strano che in partite internazionali di questo tenore non ci si può avvalere di una tecnologia determinante, eppure la posta in palio è alta. Svezia senza Ibra? Mi sembra più responsabilizzata negli undici giocatori che entrano in campo, Ibrahimovic è un accentratore, tutto sarebbe passato da lui. In molti sono più liberi di tentare qualcosa di diverso. È ugualmente da temere, quando parli di Ibra parli di uno dei pochi che poteva vincere da solo. Diversa pressione? E’ normale che loro si avvicinino a questo evento con questo tipo di entusiasmo, di leggerezza, perché c’è una storia diversa tra le nazionali. Però qualche nostro giocatore trova giovamento dalla pressione, entrambe le squadre tireranno fuori il meglio, noi sotto pressione e loro alleggeriti. Il biscotto del 2004? Per noi non è più un problema, sono passati tantissimi anni. Alla fine la vita va avanti e, come ho detto qualche giorno fa in un’intervista, se noi siamo andati fuori da quell’Europeo è perché avremmo dovuto e potuto fare meglio prima. Se una Nazionale non ha il proprio destino in mano vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato».