Brandaleone: “Il Palermo rimedia una figuraccia, rialzarsi non sarà facile. Soprattutto per Corini”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” attraverso un articolo a firma Carlo Brandaleone si sofferma sulla sconfitta rimediata dal Palermo contro il Venezia.

È finita tra i fischi e con feroci cori contro Eugenio Corini. Soltanto una parte della curva Nord (la parte superiore) s’è dissociata dalla rumorosa contestazione del popolo rosanero nei confronti della propria squadra, che è stata letteralmente travolta dal Venezia in una partita che era considerata di vitale importanza nella corsa per la promozione.

E non è la prima volta in questa stagione che la squadra rosanero lascia il campo tra i fischi e le urla dei propri fans: perdere sei gare in casa è scandaloso potendo contare sulla spinta di un pubblico numeroso e appassionato come quello del Barbera. La sesta sconfitta interna di questo campionato è decisamente la più dolorosa. Perché allontana il Palermo definitivamente dal secondo posto e anche dal terzo, visto che il Venezia è ormai a otto punti, ma soprattutto perché ha certificato che in questo momento tra i rosa e i veneti la distanza è abissale.  Possiamo dire che l’assenza di Ranocchia ha tolto qualcosa in avanti al Palermo, ma non basta per giustificare un risultato che rispecchia esattamente i valori espressi in campo. E che conferma la pessima condizione di forma della squadra rosanero. Quattro punti nelle ultime cinque gare. Anzi, è andata anche bene perché Pigliacelli tre volte ha salvato la propria porta sulle conclusioni ravvicinate di Pohjanpalo e Candela e alla fine del primo tempo Ellertsson ha sbagliato un facilissimo contropiede.

All’attivo del Palermo invece nulla, o quasi. Un paio di percussioni di Lund nella fase iniziale della gara, quando i rosa sembravano pimpanti e aggressivi. E un altro paio di conclusioni di Di Francesco, senza pretese. Un bottino misero se teniamo conto che Corini ha impostato la gara in modo molto aggressivo, quasi «garibaldino», per togliere il fiato e l’iniziativa agli avversari. Avversari forti fisicamente, bravi tecnicamente in mezzo al campo e soprattutto organizzati. Sempre con le idee chiare anche nei momenti di maggiore pressione dei rosa. Mentre il Palermo ha recitato a soggetto cercando come sempre la giocata individuale, il Venezia ha disegnato trame precise quasi a occhi chiusi, arrivando al tiro a ripetizione con micidiali cambi di gioco.  Solo una delle due squadre ieri ha giocato a calcio. Ma non è una novità. Il ritorno al Barbera di Jajalo, anche lui applaudito in memoria dei trascorsi in rosa e il gol da destra in diagonale di Gytkjaer nel recupero, che ha esasperato gli animi del Barbera fino alla dura contestazione finale. La pausa arriva nel momento giusto, ma rialzarsi non sarà facile. Soprattutto per Corini.