Baldini: «Tifosi, vi voglio bene. Orgoglioso di essere uno di voi»

Silvio Baldini è intervenuto in conferenza stampa al termine di una stagione incredibile conclusa con la promozione in B.
Ecco le sue parole
«Ho riacceso l’amore della città? Ai tifosi dico che gli voglio bene. Il mio messaggio gli è arrivato e l’hanno trasformato in un pubblico meraviglioso che ci ha fatto vincere i playoff. Quando dicono “Uno di noi” sono orgoglioso, perché sono uno del popolo.

Ho cercato di far capire alla squadra che finché non si riempiva lo stadio non stavamo avendo qualcosa di giusto. Chi ama il Palermo sono solo i tifosi. Chiunque andrebbe via con un ingaggio importante, i tifosi non prendono ingaggi, ci sono e ci saranno sempre per il. Palermo. I giovani che tra vent’anni cresceranno non cambieranno mai la propria fede per il Palermo in cambio di soldi. Dietro abbiamo avuto un popolo di persone a caccia di biglietto. Abbiamo fatto capire che sono loro i protagonisti, non noi. Sono loro quelli che vanno ringraziati con prestazioni di cuore. Nessuno avrebbe creduto che il Palermo sarebbe andato in B. C’era solo da dimostrare. Colonnata c’era anche prima, ma quando non arrivano i risultati viene denigrato. Ma con i risultati il suo lavoro acquista maggiore importanza. Non possiamo fare troppi giri di parole è un discorso di fede. Solo questo. Non vado quasi mai in chiesa, la mia chiesa la trovo nel momento del bisogno ovunque, nel bosco, in mare a seconda da dove sento l’esigenza. È l’incredulità che devo cercare di combattere. Massolo-Pelagotti? C’è stato un periodo che Pelagotti riceveva molte critiche e non l’ho abbandonato, l’ho lasciato giocare. Poi Massolo in allenamento faceva delle parate fuori dal normale come per attirare la mia attenzione. Poi qualche settimana dopo non ho più visto questa magia in Massolo e ho rimesso Pelagotti. Poi ha avuto questo problema e si è operato ho rimesso Massolo. Samuele ha poi capito la lezione e si è rimesso in riga. E le magie che lui ha fatto in queste partite senza questa lezione non le fai. Questa è la dimostrazione anche dei rigori fondamentali parati. Quando si fanno le cose giuste c’è anche l’alchimia di avere le cose positive dalla nostra parte. Santa Rosalia? Non ho bisogno di tornarci, la trovo anche qua in questa sala stampa che mi suggerisce cosa vuol dire vivere in questo momento. A me a volta basta salire al monte, sentire il vento e so che lei è qui con me. È una cosa che non si programma, si deve sentirne il bisogno. Lavoro ripagato dai 35mila? Sono cose che ti gratificanti, perché ho usato solo lo strumento della parola per arrivare al loro cuore. Come la parola speranza, che se non hai una fede non puoi capire. Sono come quando senti le pedone che non ci sono più. Ieri sera infatti erano insieme a me le persone che ho perso, ho sentito la loro vicinanza. Quando trasmetti queste cose alla gente, a gente che fa la fila per i biglietti, con quei dieci euro che possono anche pesare, è importante. È normale che ti vogliano bene».

«Luperini mette cuore e dinamismo che solo Kante è meglio di lui, nel recuperare palla. Ha fatto sette gol e nove assist. E Floriano ha una grande classe nonostante l’età. Come il gol di Bari. Anche ieri ha fatto grandi corse, peccato che non ha più i 90′, ad agosto faccia 36 anni e l’età fa il suo. Pero quei 60/70 minuti Floriano ha fatto delle partite fantastiche come a Trieste o a Salò. Patti con i calciatori? A Brunori avevo detto che avrebbe segnato 30 gol. Era uno che mi seguiva e gli ho detto “ci scommettiamo che arrivi a 30?” invece è arrivato a 29. Con Fella, che non stava bene inizialmente, ha trovato nel lavoro cosa vuol dire cercare se stesso. Il patto era quello di trovare il gol decisivo in finale, ma ci è andato vicino. Ma ero sicurissimo che se ci fosse stato bisogno ci sarebbe riuscito. Ma l’ha fatto con l’Entella il che è stato molto più importante».