Repubblica: “Catania. I nuovi poveri. La storia «Io, commessa senza più lavoro, faccio l’amore per denaro. Un incubo, ma sfamo i miei figli»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla storia di Cinzia, nome di fantasia, donna 40enne di Catania:
«Spesso mi sfiora la tentazione di farla finita, poi penso ai miei figli e ai miei genitori e vado avanti». Lavorava come commessa in un negozio di abbigliamento «Non mi lamentavo, per carità, sapevo fare bene il mio mestiere. E poi, con gli 800 euro di paga e i 400 dell’assegno che mi versava il mio ex compagno, il padre dei miei figli, riuscivo ad andare avanti senza troppi problemi. Prima è stata licenziata la mia collega, poi è toccato a me. Dopo pochi mesi è arrivata l’emergenza Covid e io non sono riuscita a trovare più un lavoro. Pure il mio ex è rimasto a casa e ha smesso di pagarmi la mensilità per i ragazzi. Mi sentivo perduta».
«Tempo fa avevo conosciuto un avvocato, benestante e sposato. Eravamo usciti insieme, ma non mi piaceva. Quando mi sono ritrovata senza soldi, ci ho pensato e l’ho chiamato. La prima volta mi ha regalato mille euro. Ora mi dà cinquecento euro al mese, per fare l’amore una volta alla settimana, quando non è con sua moglie. Sento in continuazione il cattivo odore del suo corpo, sto male per quello che faccio. Non riesco più a guardarmi allo specchio: sono diventata una merce».
