Rivelli (medico): “La malattia dei bambini legata al Covid-19 non è Kawasaki, è molto più grave”

“La variegata estrazione specialistica dei quasi mille pediatri che hanno potuto analizzare casi diversi e provenienti da luoghi diversi ha permesso di fare un aggiornamento su questa sindrome infiammatoria multiorgano, simil malattia di Kawasaki, correlata all’infezione di Sars-CoV-2. Si definisce prudenzialmente così perché la questione è ancora controversa. C’è chi ritiene che buona parte dei casi analizzati di infiammazione multiorgano durante la pandemia siano stati innescati dal coronavirus, ma c’è invece chi sostiene che non si tratti di vere malattie di Kawasaki. Perché in alcuni casi mancano delle caratteristiche della Kawasaki, oppure i pazienti manifestano dolori addominali, vomito, interessamenti del miocardio che non sono sintomatologie tipiche della Kawasaki. Inoltre, in alcuni casi si sono riscontrati livelli di piastrine più bassi e cali dei linfociti che non corrispondo a quella sindrome. Sì, ed è un altro motivo che invita a essere prudenti con la definizione. Sono state riscontrate nei bambini, in seguito all’infezione da coronavirus, sindromi da attivazione macrofagica e sindromi di shock tossico. Certo, sono complicanze che nella casistica generale possono essere osservate nella Kawasaki, ma nei bambini osservati durante la pandemia sono molto più frequenti, soprattutto nei pazienti inglesi e statunitensi. Sembrerebbe che questo virus abbia una certa facilità nel legarsi con le cellule che compongono le pareti dei vasi sanguigni e la Kawasaki è di fatto una vasculite, ovvero un’infiammazione dei vasi. Per essere ancora più precisi, va detto che non è il virus direttamente a causare la Kawasaki, ma la reazione immunitaria. Perciò questa particolare condizione infiammatoria si sviluppa solo se c’è un connubio tra infezione al coronavirus e predisposizione genetica. È una malattia seria, ma per fortuna solo in rari casi causa la morte: dall’inizio dell’epidemia, in Italia non è morto nessuno. Ci sono stati tre decessi a New York e uno in Francia. Fortunatamente i pediatri italiani sono stati i primi al mondo a condividere e diffondere l’allerta su una possibile correlazione tra Coronavirus e malattia di Kawasaki. Da un punto di vista personale credo che siamo di fronte non a una malattia in senso stretto, ma a una situazione di questo genere: più fattori diversi, tra cui il Coronavirus, possono innescare un processo infiammatorio che si manifesta in alcuni soggetti con una reazione stereotipata. È più una sindrome che una malattia vera e propria. Adesso l’interesse della comunità scientifica è incentrato più sul modo anomalo di reagire all’infezione che all’infezione in sé”. Queste le parole del professor Rivelli, direttore della clinica di Reumatologia dell’Ospedale Gaslini di Genova, rilasciate ai microfoni di “Open” in merito alle malattie sviluppate dai bambini legate al Coronavirus.