Repubblica: “Palermo, adesso rischi la serie C. I dettagli”

“Qualora venisse provato l’illecito amministrativo si va da un’ammenda sino all’ultimo posto con retrocessione in serie C Due strade. La prima, quella dell’attesa della notifica di avviso conclusione indagini, già abbandonata. La seconda è quella che sta per essere intrapresa d’ufficio proprio in queste ore. Ecco come si muoverà la giustizia sportiva per le indagini della giustizia ordinaria che riguardano il Palermo. Il capo della procura federale Giuseppe Pecoraro avrebbe potuto aspettare la conclusione delle indagini da parte della procura di Palermo prima di chiedere l’accesso agli atti e decidere di agire di conseguenza. Ma la grande mole di notizie di stampa circolate negli ultimi giorni ha spinto per il cambio di rotta e per la decisione di agire d’ufficio per l’evidenza di notizie riportate dagli organi d’informazione. La procura federale chiederà alla procura della Repubblica di Palermo gli atti che non compromettono il prosieguo delle indagini penali, ma che hanno già una valenza per la giustizia sportiva. Non appena il dossier arriverà sul tavolo del procuratore federale e dei suoi sostituti inizierà l’analisi di tutta la documentazione che porterà poi a un bivio, l’archiviazione o il deferimento. Nel primo caso resterebbe in piedi per il Palermo dal punto di vista sportivo il danno di immagine in attesa che la giustizia ordinaria faccia il suo corso; nel secondo è difficile in questo momento ipotizzare i rischi. Fonti qualificate federali chiariscono che in questo momento il rischio non è valutabile in alcun modo, non c’è una tabella per cui a un reato corrisponde una pena e la giurisprudenza non aiuta a fare chiarezza. Certo è che le notizie sulla vicenda penale sono precise e dettagliate e non sembrano affatto cose da poco. Dal punto di vista della giustizia sportiva, da una parte c’è la celerità dei provvedimenti che rappresenta un pregio per chi è in attesa di giudizio, ma dall’altra c’è il rischio che le strade della giustizia sportiva e di quella penale prendano due percorsi totalmente differenti. Per fare un esempio nel 2006 ai tempi calciopoli le sentenze di colpevolezza della giustizia sportiva hanno anticipato alcune sentenze della giustizia ordinaria che sono state poi assolutorie. In sostanza per la giustizia sportiva a volte la mancanza di un quadro probatorio ben definito può portare a decisioni non adeguate dal punto di vista della verità processuale della giustizia ordinaria. Per questo motivo, per esempio, per la giustizia sportiva non occorre che un illecito sia realizzato, ma basta il tentativo di provare a portare a termine una condotta illecita. Di casi recenti del tutto simili a quello del Palermo non ce ne sono. La giustizia sportiva potrebbe contestare l’illecito amministrativo con l’aggravante degli artifici contabili come nel caso della vicenda del marchio. Per quest’ultimo caso la materia anche per la stessa Federcalcio è complessa e deve essere esaminata caso per caso come si sta già facendo per altre società che hanno fatto ricorso a questo strumento. A proposito dell’illecito amministrativo il campo è vasto: dalla semplice ammenda, fino all’ultimo posto in classifica e conseguente retrocessione come è stato richiesto per il Foggia deferito per presunte violazioni legate “ ai principi di corretta gestione delle società affiliate alla Figc””. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.