Repubblica: “Il ragazzo di San Cataldo che fa felice il Brescia”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle prestazioni di Ernesto Torregrossa, attaccante siciliano del Brescia. La domenica magica di Ernesto Torregrossa nasce da uno sinistro portentoso da 25 metri. Un tracciante, una sassata che regala al Brescia il provvisorio 2-1 contro il Cagliari e fa scoprire a tutta l’Italia calcistica chi sia questo ragazzo di San Cataldo che ha firmato la sua prima doppietta in serie A. E dire che la carriera di questo ventisettenne originario del centro della Sicilia non è certo iniziata ieri. Figlio dell’ex calciatore e allenatore Lirio e dell’ex pallavolista argentina Karina Rezzonico, è andato via da casa ( destinazione Udinese) quando era ancora un ragazzo. Poi, un lungo girovagare per l’Italia: Verona, Siracusa, Monza, Lumezzane, Crotone, Trapani e Brescia. Torregrossa è quello che i tecnici definiscono una seconda punta, un attaccante che ama partire da fuori area, di ottime capacità tecniche e con la tendenza a dialogare con i compagni. La sua straordinaria prestazione di domenica scorsa ha esaltato l’intera San Cataldo. Un paese di poco più di 20 mila anime, a pochi chilometri da Caltanissetta, che è rimasto attaccato alla televisione, per vedere e rivedere quei due gol e ascoltare le sue dichiarazioni del dopo partita: « Sentivo che avrei fatto un gol di testa – ha raccontato – e l’avevo detto anche in settimana nello spogliatoio». Dopo quella zuccata, il capolavoro di quel sinistro, che ha fatto saltare sul divano due tifosi speciali, a 1.500 chilometri di distanza. «È stata un’emozione indescrivibile – racconta il padre Lirio – perché il Cagliari era passato in vantaggio e due gol di Ernesto hanno ribaltato la situazione. Come per ogni sua partita, eravamo soli a casa: mia moglie ed io. Quando c’è la partita di Ernesto, non vogliamo essere disturbati da nessuno». Poi, però, l’inevitabile e continuo dialogo da sostenere ad ogni angolo, in ogni bar. Ernesto è andato via da casa tanti anni fa, ma l’orgoglio dell’appartenenza non lo ha mai abbandonato. «La sua fortuna è stato Cellino, il presidente del Brescia – spiega ancora Lirio Torregrossa – perché ha investito su di lui, ci ha creduto. Ernesto, adesso, sta ripagando tanta fiducia» . Eppure, aveva anche avuto la possibilità di esplodere in Sicilia, a Trapani. Stagione 2015- 2016, quella che condurrà i granata allo spareggio per la serie A, perso contro il Pescara.