Pizzarotti (sindaco di Parma): «25 aprile? Il fascismo può tornare per colpa di Salvini»

Secondo quanto riporta “Adnkronos”, il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ha parlato dell’imminente festività del 25 aprile, giornata in memoria della liberazione dal regime fascista in Italia e ricorrenza schernita da molti anni dalle forze politiche di destra, quali la Lega, Fratelli d’Italia, Alleanza Nazionale e CasaPound a scopo propagandistico. Nostalgia del passato e voglia di un nuovo futuro tinto della stessa dittatura contro la quale le altre forze politiche si schierano aspramente in contrasto. Pizzarotti nella sua intervista ad AdnKronos sostiene che ci sia «assolutamente il pericolo di un ritorno del fascismo: è evidente che il salvinismo ha sdoganato il fatto che si possa dire tutto e il contrario di tutto legato ai temi del razzismo, a un certo tipo di violenza verbale che negli animi, soprattutto quelli più deboli psicologicamente, lascia passare il concetto che abbiamo il diritto di dire cose che prima magari si dicevano solo nei circoli o dentro le sedi di CasaPound. Del resto – aggiunge Pizzarotti – ricordiamoci che Salvini, quando prese in mano la Lega, nella prima manifestazione pubblica in piazza del Popolo ci è andato con Giorgia Meloni e Casa Pound, poi ha capito che, questi ultimi, dal punto di vista elettorale potevano essere una zavorra e li ha scaricati. Ma se li inviti sul tuo palco condividi le loro idee». Pizzarotti ha fatto poi specifico riferimento alla festività del 25 aprile: «Contro il pericolo di ritorno del fascismo serve riaffermare i valori di democrazia e libertà, attraverso feste come il 25 aprile. Per questo, noi difendiamo in modo molto convinto il nostro regolamento rispetto l’utilizzo di spazi e sale pubblici». Nell’ultimo passaggio Pizzarotti si riferisce al criticato regolamento del Comune di Parma che chiede, per la concessione di piazze e spazi pubblici, una previa sottoscrizione in cui si dichiara di non aderire a valori antifascisti, razzisti, sessisti e così via. «È una dichiarazione che, chiunque, leggendola, al di fuori della strumentalizzazione politica, non può che condividere, a meno che non sia veramente un nostalgico del fascismo, se uno la legge e non l’approva vuol dire che si riconosce nei valori opposti – dice il primo cittadino che poi aggiunge – «Qui a Parma ci sono tantissimi parlamentari della Lega e spesso sono entrato in polemica con loro perché non vengono alle cerimonie del 25 aprile: qual è il problema nel festeggiare la Liberazione? I loro elettori devono prendere le distanze da questi atteggiamenti che strizzano l’occhio, evidentemente, a destre ancora nostalgiche. Una volta si aveva vergogna a dire certe cose, oggi sui post su Facebook o sugli striscioni in giro sono, invece, all’ordine del giorno». Nel corso della sua lunga intervista, Pizzarotti ha poi definito choccante la proposta del vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha avanzato l’ipotesi che da quest’anno la festa del 25 aprile diventi la giornata di unione nazione per ricordare i caduti di tutte le guerre. «Si cerca di confondere, di minimizzare quella che è stata la portata del 25 aprile, quello che ha rappresentato per milioni di italiani. Mi fa ridere che persone come Giorgia Meloni e Ignazio La Russa scattino quando si parla di antifascismo e lo facciano come se fosse a difesa di una parte: i fascisti – ha detto il primo cittadino di Parma che ha poi aggiunto – «Almeno ammettano chiaramente, come fa CasaPound, che nel fascismo, per loro, ci sono dei valori e che trovano del buono in qualcosa che ha determinato l’entrata in guerra dell’Italia, milioni di morti, sopraffazioni e violenza di ogni genere. Almeno CasaPound non lo nasconde. Il tema, poi – conclude – è che si è voluto inserire nella Costituzione, in anni completamente diversi da oggi, il criterio che ricostituire il partito fascista è illegale ma poi, di fatto, si tollerano, perché non si è mai voluto affrontare il problema, chi inneggia al fascismo, al Duce o, tutte le volte che succede qualcosa di legato alla Resistenza, quanti scrivono affermazioni violente».