Palermo. Nuovo round fra Mirri e Di Piazza. Il club rosanero continua a cercare altri soci

 

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla liquidazione di Hera Hora e sul Palermo FC divenuto autonomo.

Un anno dopo, Hera Hora va in liquidazione. La controllante del Palermo, già nel marzo 2021, è stata a pochi passi da questa sorte. Ad un solo voto, per essere precisi: quello di Dario Mirri, dato che il padre Daniele aveva votato a favore, trovando però l’opposizione del figlio, oltre che di Di Piazza, il quale allora rischiava di veder invalidato il recesso. Un anno dopo, col recesso già esercitato e con le quote del Palermo sotto sequestro fino all’importo di 2,35 milioni di euro, Mirri jr decide di percorrere la strada a cui si era opposto un anno prima. L’intenzione è quella di separare l’attività di Hera Hora (con[1]trollata di fatto solo da Mirri, personalmente e tramite Damir) «da quella di Palermo Fc Spa che, invece e all’opposto, potrà autonomamente continuare lungo il suo percorso di crescita anche con nuovi soci». Una ricerca che continua, quella di nuovi investitori. E questa mossa potrebbe riguardare direttamente l’ingresso di altri soggetti nel club. Così facendo, si cerca di separare le sorti del Palermo da quelle di Hera Hora, che «curerà la gestione del contenzioso con il socio receduto Italplaza Sports Llc di Tony Di Piazza».

La querelle legale con l’immobiliarista italo-americano ha portato a due procedimenti distinti. Il primo, a Palermo, ha prodotto una perizia da parte della commercialista Stefania Chiaruttini, che ha assegnato al 40% di proprietà di Di Piazza una valutazione di 2,2 milioni di euro al momento de recesso. Una stima che Mirri ha «intenzione di impugnare», come si legge nell’ordinanza del Tribunale di Catania sul secondo procedimento, quello che ha portato al sequestro conservativo dei beni di Hera Hora per 2,35 milioni di euro. Ma quali sono i beni di Hera Hora, posta adesso in liquidazione? Le azioni del Palermo, che ora cammina sulle proprie gambe, ma con le quote sotto sequestro (fino all’importo stabilito dai giudici etnei, per l’appunto 2,35 milioni), già effettuato e notificato dall’ufficiale giudiziario, Hera Hora, il cui cda è stato nominato quale collegio di liquidatori, può chiedere di sostituire i beni sotto sequestro – ovvero le quote del Palermo – con una somma in denaro pari alla cifra stabilita e, così facendo, «libererebbe» il club da questo giogo, in una fase cruciale per il futuro della società. Fra tre mesi si entrerà nel quarto anno di una gestione che ha stanziato un budget triennale e lo stesso Mirri, in un incontro con l’associazione Amici Rosanero, ha ammesso lo scorso giugno di non essere intenzionato a versare altri capitali: «No, io no sicuramente. Noi abbiamo rispettato l’impegno; noi, Di Piazza e Damir abbiamo messo 15 milioni». Più della metà di questa somma è andata erosa nei primi due anni di gestione e il resto è servita in larga parte per questo anno. Per il prossimo, come ammesso più volte da Mirri, si cercano nuovi investitori.