Palermo, ecco il modulo giusto. Ago della bilancia è Ranocchia

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su quello che è il modulo del Palermo che finalmente con Ranocchia ha trovato il proprio equilibrio.

Habemus modulo, finalmente. Il Palermo vincente e convincente di queste ultime uscite e, in generale, del 2024 (eccezion fatta per la partita contro il Cittadella) ha portato con sé delle importanti novità tattiche che, a dire il vero, si erano intraviste anche nel girone d’andata ma che adesso stanno assumendo tutto un altro significato e soprattutto ottenendo tutta un’altra efficacia. Il focus e l’attenzione sono rivolte al modulo, che nell’arco di due stagioni il Palermo ha spesso cambiato per far sì che i giocatori potessero adattarsi nel miglior modo possibile sia alle proprie caratteristiche che a quelle degli avversari.

Adesso, ad organico completo in ogni sua parte, pare proprio che ogni dubbio sia dissipato e ogni domanda abbia trovato la propria risposta nel 4-2-3-1. Una disposizione tattica che Corini ha scelto di far prevalere sul precedente 4-3-3 soprattutto grazie all’arrivo a Palermo di Filippo Ranocchia, centrocampista in grado di ricoprire con efficacia e astuzia tutti i ruoli del centrocampo. Proprio per questo, quindi, il tecnico bresciano ha deciso di continuare a battere questa strada, senza indugi e con la convinzione che sarebbe stata la soluzione più giusta per questo Palermo. E al momento, i risultati gli stanno dando più che ragione. Dall’avvento di Ranocchia e, quindi, dalla conferma del 4-2-3-1 come modulo di base, il Palermo ha ottenuto 7 punti sui 9 a disposizione, dimostrando in tutte e tre le partite padronanza in mezzo al campo e pericolosità in avanti.

Protagonista di questo equilibrio, come detto, è proprio Ranocchia, in grado di essere presente in fase difensiva e pericoloso in quella offensiva. All’esordio con la maglia del Palermo, fuori casa contro il Catanzaro, il numero 14 rosanero si è saputo destreggiare in mezzo al campo in fase di non possesso salvo poi rendersi protagonista di alcune sgroppate offensive che hanno creato non pochi problemi alla retroguardia calabrese. È stato suo un affondo che ha provocato un palo su una fortuita deviazione di Situm, in un disperato ripiegamento difensivo. Nella partita successiva, quella casalinga contro il Bari, la rete dell’1-0 con uno splendido tiro al volo di controbalzo a coronare una prestazione maiuscola che già lo aveva visto molto pericoloso in zona-gol. Sette giorni dopo, la conferma anche contro la Feralpisalò, come a ribadire che quanto di buono si era visto non era frutto di improvvisazione ma bensì di talento che il centrocampista del Palermo ha e che sta mettendo in mostra. Una duttilità tattica che Corini ha più volte richiesto ai precedenti interpreti del ruolo, da Henderson a Coulibaly, adesso relegati a semplici alternative all’ex Juventus, che quel posto in mezzo al campo difficilmente lo potrà cedere ad altri interpreti.