Palermo, c’è l’incognita della difesa a 4

Serie C. Baldini cambia l’assetto del reparto arretrato, ma servirà più attenzione rispetto alle gestioni precedenti

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla difesa del Palermo con l’arrivo di Baldini.

Si torna a 4 dietro, ma il Palermo riuscirà a tappare le falle che in un anno e mezzo hanno caratterizzato questo schieramento? Sia con Boscaglia che con Filippi, la linea a 4 è finita spesso sul banco degli imputati, tant’è che il primo ha pagato caro il suo «dogma» e il secondo, dopo aver riportato i rosa con la difesa a 3, ha chiuso la stagione con una media di due punti a partita. In questo campionato, Filippi ha confermato i tre uomini dietro, passando a quattro solo in caso di emergenza.

Quando lo ha fatto, però, il Palermo ha sempre subito gol. Lasciando stare l’anomalia del match interno con la Virtus Francavilla, in cui fu Valente ad agire da terzino dopo l’espulsione di Perrotta, i rosa si sono presentati con un reparto arretrato a 4 nelle due successive sfide con Vibonese e Avellino. Risultato: un gol subito in entrambe le partite e ritorno alla cara vecchia difesa a 3.

Non che l’anno scorso andasse meglio. Tra le tante lacune di una difesa spesso maltrattata dagli avversari, nel Palermo di Boscaglia spiccava la difficoltà nel coprire gli spazi, finendo spesso con errori grossolani, specie al momento di attuare la trappola del fuorigioco. Trappola, sì, ma non per gli altri: Santoro all’esordio a Teramo (tenuto in gioco da Crivello), Mansour a Bisceglie (con Odjer mal posizionato), D’Andrea a Foggia (inseritosi tra Crivello e Somma), Tounkara in casa con la Viterbese, Birligea ancora al «Barbera» contro il Teramo e Rocco, sempre tra le mura amiche, contro il Bisceglie, sono tutti i nomi dei giocatori che hanno preso d’infilata la difesa a quattro dei rosanero nella passata stagione, sfruttando al meglio le difficoltà nell’attuare correttamente il fuorigioco. Una tattica che nel 4-2-3-1 assume un’importanza diversa rispetto a moduli che creano più densità sulla propria trequarti. Non era raro, ai tempi di Boscaglia, vedere un Palermo completamente scoperto a centrocampo, che finiva per lasciare campo libero agli avversari.