La nuova rivoluzione della Tv: cosa succede da martedì 8 marzo in Sicilia e come prepararsi

L’edizione online de “La Sicilia” si sofferma sullo switch off che avverrà anche in Sicilia dall’8 marzo.

A dieci anni dall’avvento del digitale terrestre, già si cambia. Frequenze, decoder, televisori. Tutto nuovo, o quasi. «Un’evoluzione tecnologica inevitabile», commenta Alberto Sigismondi, consigliere delegato di “Tivù”, la società che gestisce la piattaforma satellitare gratuita “TivùSat”.

L’elettrodomestico più amato dagli italiani vive una mezza rivoluzione. Per fare spazio al 5G. Era proprio necessario?

«Lo spostamento dell’utilizzo della banda verso la telefonia cellulare è un trend mondiale, a cui l’Italia non poteva sottrarsi. D’altronde, il nostro governo s’è adeguato con una tempistica più lunga rispetto ad altri Paesi europei dove la cessione della banda 700 è avvenuta tra il 2020 e il 2022, o addirittura nel 2018. Questo passaggio andava fatto e, peraltro, continuerà».

Come?

«Nel giro di dieci o dodici anni, vedremo un’ulteriore riduzione della banda terrestre. L’uso delle frequenze del broadcasting sta pian piano migrando verso altri tipi di utilizzo come la telefonia cellulare e il 5G. Molti sistemi evoluti, ad esempio la guida senza pilota, hanno bisogno di connessione continua e particolarmente veloce. La tecnologia va avanti».

Da martedì pure in Sicilia sarà necessario risintonizzare, ma solo per le emittenti nazionali. Tra qualche mese servirà un “bis” per le altre. Perché quest’opera in due atti?

«Per liberare spazio, è necessario passare da venti a dodici frequenze. Dall’8 marzo, allora, tutte le emittenti saranno obbligate a trasmettere in mpg-4 che, rispetto all’attuale mpg-2, ha un algoritmo di compressione più alto. In questo modo si guadagna un 25-30 per cento di banda occupato dai canali in mpg-2 che, comunque, non saranno spenti subito ma il 31 dicembre. Adesso, invece, tutti i canali in mpg-4 prenderanno le prime numerazioni: ad esempio, Rai 1 HD passerà da 501 a 1».