Gozzi (Pres. Entella): «Bisogna tornare in campo quando potrà esserci il pubblico. Serve il salary cap»

«La crisi picchia su un soggetto già malato. Il calcio è la terza industria del Paese, ma è sistematicamente in perdita, non esiste. Alla lunga si fallisce. Soprattutto dalla Serie B in giù. O ci diamo una regolata o è dura. Quanto perde la Serie B? La scorsa stagione più di 90 milioni. Non è possibile. Chi li mette tutti questi soldi? E questo stop costa quasi 3 milioni di euro in media a club. Intanto diamo merito a Gravina: se non si paga la fiscalità fino a giugno è una sua vittoria. Serve il salary cap per contenere i costi. Se poi uno vuole fare il pazzo, lo fa con i suoi soldi e lascia agli altri la mutualità. Se non si gioca non si può pretendere il pagamento della prestazione. Lo dice la legge. Se sarà possibile riprendere in condizione di sicurezza degli atleti, ci sarà una discussione con i calciatori per il periodo in cui torneranno ad allenarsi. Bisogna tornare in campo quando ci potrà essere il pubblico. Se si può facciamolo in autunno. E la stagione 2020-21 sarà tutta nel 2021, da gennaio a ottobre, e così nel 2022 quando ci sarà lo stop per i Mondiali del Qatar». Queste le parole del presidente della Virtus Entella, Antonio Gozzi, rilasciate ai microfoni di “La Gazzetta dello Sport” in merito alla ripresa dei campionati dopo l’emergenza Coronavirus.