Gazzetta dello Sport: “Il boss intercettato: «Berlusconi nel ‘92 chiese una cortesia»”

“«Berlusca mi ha chiesto questa cortesia… per questo c’è stata l’urgenza. Lui voleva scendere… però in quel periodo c’erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa». Così parlò Giuseppe Graviano, il boss delle bombe, il capomafia del quartiere palermitano Brancaccio, arrestato nel 1994 a Milano e in carcere al 41 bis, con condanne per diversi ergastoli (ordinò l’omicidio di don Puglisi). Sono solo alcuni stralci di una conversazione tra Graviano e un altro detenuto, il camorrista Umberto Adinolfi, con cui trascorre l’ora d’aria nel carcere di Ascoli Piceno, ma riaprono pesantemente il processo sulla trattativa Statomafia. Graviano, quel 10 aprile 2016, è intercettato dalle microspie degli uomini della Dia e lo sarà per oltre un anno. Adesso, quell’enorme mole di intercettazioni (5 mila pagine), è agli atti del processo, depositata dai pm di Palermo Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia, Francesco Del Bene e Vittorio Teresi. Graviano rivendica i suoi rapporti con Silvio Berlusconi, insinuando che l’allora imprenditore (non ancora “sceso in campo” con Forza Italia) ebbe un ruolo di mandante politico nelle stragi del 1992 e 1993. «Venticinque anni fa mi sono seduto con te, giusto è? — dice il boss, chiamando Berlusconi “il traditore” —. Ti ho portato benessere, poi mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi. Per cosa? Per i soldi, perché tu ti rimangono i soldi… dice, non lo faccio uscire più e sa che io non parlo perché sa il mio carattere e sa le mie capacità». UN FIGLIO IN CELLA Graviano afferma anche che il figlio fu concepito in carcere, con la complicità delle autorità penitenziarie. «Mio figlio è nato nel ‘97 — racconta — ed io nel ‘96 ero in mano loro (…) e dormivamo nella cella assieme. Cose da pazzi, tremavo (…) Quando è uscita incinta mi è finito quel tremolizzo, l’ansia che avevo». Le intercettazioni sono state inviate dai pm di Palermo ai colleghi di Firenze e Caltanissetta che indagano sulle stragi mafiose. Durissima la reazione di Niccolò Ghedini, legale di Berlusconi: «È doveroso osservare come ogni qual volta il presidente Berlusconi sia particolarmente impegnato in momenti delicati della vita politica italiana appaiano nei suoi confronti notizie infamanti che a distanza di tempo si rivelano puntualmente infondate ed inesistenti»”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.