Gazzetta dello Sport: “Dzeko con il Palermo si “gioca” la Roma”

Quattordici partite, ritorno degli ottavi di Champions incluso. Sono quelle della verità, necessarie per capirsi una volta per tutte e per guardarsi definitivamente in faccia: da una parte la Roma, dall’altra Edin Dzeko, per decidere se andare avanti insieme o dirsi addio. Quello con il bosniaco, infatti, è stato un matrimonio che doveva mettere le ali ai giallorossi e che invece, ad oggi, vive una di quelle «crisette» che possono sfociare nel divorzio. Tanto che alla finestra resta vivo l’interesse del Besiktas, che già nei giorni scorsi aveva fatto pervenire a Sabatini (tramite un intermediario) un’offerta di 15 milioni (più 5 di bonus). E chissà che a giugno i turchi non tornino alla carica. UMORE NERO Dzeko ha digerito a fatica l’esclusione di mercoledì in Champions, contro il Real. non se l’aspettava, era venuto a Roma proprio per giocare quelle partite lì, quelle di maggior prestigio, di richiamo internazionale. Era la ciliegina su di una torta che doveva essere già di per sé gustosa ed appetibile. Quando Spalletti ha comunicato la formazione ha mandato giù il boccone amaro, senza isterismi. Ma in cuor suo ci è rimasto male, ha metabolizzato a fatica la «semibocciatura». Si è fatto tante domande, anche se poi a Trigoria non fa trapelare nulla e continua a comportarsi come il migliore dei professionisti. Ma questo perché lo è e perché è abituato a un grado di professionalità che ti viene trasmesso quando giochi ad alti livelli in campionati come la Bundesliga e la Premier. Ma quando entra in campo, la prima cosa che si nota è la mancanza di fiducia. Come se strada facendo avesse perso la convinzione che venire a Roma sia stata la scelta giusta. LA CONTROPARTE Dall’altra parte, invece, ci sono la Roma e Spalletti. La società, è inutile nasconderlo, si aspettava un rendimento diverso, soprattutto in termini di gol (Dzeko ne ha fatti in tutto 6, tra campionato e Champions). Era stato preso per essere la dinamite da opporre ai vari Higuain, Dybala e Bacca e come tale si era presentato ad inizio stagione, tra l’amichevole col Siviglia e la Juve. Dopo l’infortunio subito con il Carpi, all’andata, in realtà si è visto un altro giocatore. E poi c’è Spalletti, che invece non perde occasione per stimolarlo, difenderlo, scaricarlo da responsabilità e pressioni. Anche a costo di distribuirle su tutti gli altri, sulla squadra, come quando dice «non siamo bravi noi a servirlo come si deve, dobbiamo metterlo in condizione di far bene». Un fondo di verità c’è, come è anche vero che quando ha fatto bene Dzeko ha spesso giocato con un compagno di reparto vicino: Grafite al Wolfsburg, Agüero al City. Domani, intanto, il bosniaco sarà di nuovo lì, al centro dell’attacco. Per superare il Palermo e cercare la cura. GUAIO DE ROSSI La brutta notizia per la Roma arriva invece da Daniele De Rossi. Gli esami effettuati ieri, infatti, «hanno mostrato la presenza di una lesione miofasciale di primo grado del soleo della gamba sinistra». Per il centrocampista previsto uno stop di 3-4 settimane. Spalletti l’aveva detto, «la situazione di Daniele mi preoccupa, anche se mi hanno rassicurato». Evidentemente non è bastato.