Criscitiello: “Palermo lo specchio di Zamparini. De Zerbi, te lo avevamo detto”

Attraverso il suo editoriale per “Tuttomercatoweb.com” il giornalista sportivo di “Sportitalia”, Michele Criscitiello si è soffermato a parlare di questo disastroso inizio di campionato del Palermo. Ecco quanto scrive: “Un’altra conferma della bassa qualità del nostro campionato arriva dalla bassa classifica. Guardate quanti punti hanno le ultime 4 squadre: Crotone, Pescara (3 al tribunale), Palermo ed Empoli. Campionato già finito anche per non retrocedere. A salvarsi sarà una tra Palermo ed Empoli e tutte le altre devono solo far passare sei mesi senza fare nulla. Mettetevi nei panni di Sampdoria, Cagliari, Genoa, Udinese, Chievo e tante altre: cosa giocano a fare? Io proverei a lanciare qualche giovane da far esplodere e vendere, tanto in Europa non si va e in B ci sono già le candidate al televoto. Il Palermo non è solo un disastro, ma un’umiliazione alla città. Vista la situazione servirebbe un intervento del Sindaco e del Presidente della Regione Sicilia per come si macchia il nome di Palermo. Zamparini crede di poter fare quel che vuole ma si sbaglia. La società appartiene a lui, certo, ma città e tifosi no. Deve dare delle risposte. Sta battendo tutti i record negativi del Palermo in serie A e anche Faggiano deve spiegare mercato e gestione del campo. De Zerbi non ha ascoltato le nostre parole ma lui sa bene che quello che scrivo è ciò che penso. Sono pronto a ripetergli determinate cose in faccia o al telefono. De Zerbi, da tre mesi a questa parte, è stata una contraddizione unica. Voleva restare a Foggia, in C, per continuare a fare esperienza e per sperimentare il suo credo calcistico e per questo motivo ha rifiutato Crotone, poi ha litigato a Foggia e ha accettato Palermo. In questo momento il Palermo è la morte calcistica di ogni allenatore. Lì si va solo per fare bancomat ma non per fare calcio. Siccome De Zerbi è un bambino della panchina non può lavorare per i soldi ma deve farlo per la carriera che lo aspetta. Avrebbe fatto meglio a lasciare Foggia e accettare una bella panchina di B. Nella vita, come nel calcio, i passi vanno fatti gradualmente altrimenti ti fai tutte le scale. Figuriamoci uno come Roberto, che vuole mettere becco anche sul mercato, si è ritrovato una squadra già costruita, con un Presidente che fa un macello, in una società allo sbando. Il risultato qual’è? 6 punti in 14 giornate. E sinceramente neanche ci dispiace perché chi semina vento raccoglie tempesta. Peccato solo per aver ammazzato l’entusiasmo di una grande piazza che oggi preferisce una domenica alle bancarelle anziché andare a vedere 11 calciatori che giocano con una maglia sbiadita dagli insuccessi”.