Corriere dello Sport: “Riparte un’altra B. Calori: «Cagliari, Palermo, Genoa, Bari, Parma. Livello alto»

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla serie B e riporta un’intervista a Calori.

Capace di portare il Brescia di Corioni a un passo dalla A, ma anche di sfiorare una clamorosa salvezza a Trapani con Morace presidente: Alessandro Calori è uno specialista in testa e in coda della categoria e vede così il campionato più bello e avvincente degli ultimi anni.

Divertente questa B, Calori? «Direi molto. Perché il livello si è alzato non solo per la presenza di grandi città. Cagliari, Palermo, Genoa, Bari, Parma… ».

Chi le è piaciuto di più finora in questa stagione? «Ho visto un gran bel Frosinone. Struttura tattica e di gioco e un gruppo sorprendente. Grosso ha lavorato bene. Ma anche la Reggina di Inzaghi ha un’indentità e Pippo ha portato entusiasmo. Poi dico il Pisa che sta facendo qualcosa d’importante»

Giochi aperti in vetta? «Certo. La B è un torneo diverso dagli altri. A marzo servirà il cambio di marcia e la classifica può mutare. La gestione delle crisi, che tutti avranno, può fare la differenza. Genoa e Parma sono esempi visibili, come la Ternana».

Sosta e mercato: cosa può incidere di più? «Al mercato di gennaio credo poco. Chi ha calciatori bravi non li cede. E chi non ha giocato, ha bisogno di tempo. La sosta può aiutare a rigenerarsi e a recuperare l’organico».

Lei è uno specialista nello scouting: da El Shaarawy a Cistana, da Cragno, a Caldirola, a Pobega, a Palumbo. Serie B sempre più a trazione giovani? «È meglio lavorare con chi può crescere. Anche se per vincere servono i marpioni. Chi prende Coda svolta. Ma il Genoa lo cede?»

Le sorprese per Calori? «Mulattieri e Colussi Gaviglia che non a caso è in A».

E la maggiore delusione? «Venezia e Cagliari partite con altre ambizioni. Difficile smaltire le scorie della retrocessione. La B è un’altra storia. Servono mentalità, intensità e fisicità diverse. La qualità non basta».

Mai così tanti esoneri. Tecnici vittime della cultura dei risultati?  «Purtroppo. Con l’augurio che qualcosa cambierà. Per costruire la fretta danneggia».

Giochi chiusi per la salvezza? «Direi di no. A Trapani facemmo un ritorno straordinario. Servono idee chiare e costanza. E mai dire mai».