Corriere dello Sport: “Che bella Italia! Insigne fa paura, azzurri vivaci e intraprendenti. La Spagna ci soffre”

“La prima buona notizia sono le file ordinate ai cancelli dei 24 mila udinesi che poi hanno riempito il Friuli, in questi giorni di lutti diffusi, dando un segno tangibile di voglia di normalità e vicinanza. La seconda è il secondo matrimonio di Insigne con la maglia azzurra, dopo incomprensioni e polemiche: Lorenzo è entrato nella ripresa ribaltando il match, con gol, forza, fantasia e le gerarchie verso Euro 2016 (con Eder in crisi). La terza è arrivata dal campo, dove l’Italia ha giocato la propria buona partita tattica, davanti a una Spagna che a dire il vero di furia proverbiale ne ha messa in mostra assai poca. Il ritmo per lunghi tratti blando ha senza dubbio favorito la squadra azzurra, che ha così saputo ovviare alla mancanza di centrocampisti “tempisti”, con Thiago Motta, più di Parolo, a suo agio nei fraseggi corti ed elementari che si sono susseguiti, dopo un avvio più brillante. Senza Iniesta e Busquet, con San Josè non proprio all’altezza, oltre ad alcune esclusioni effettuate da Del Bosque, i campioni di Europa in carica si sono limitati a occupare il campo, con un prudente 4-1-4- 1, compreso Morata, poco motivato lì a sinistra, tra Darmian e Florenzi, più Bonucci a tenere d’occhio la situazione. Senza parlare della serata opaca di Fabregas e Azpilicueta, i due blues di…Conte. TRIANGOLI. Più viva l’Italia in partenza, si diceva. Il 3-4-3 in fase di possesso pensato da Conte, prevedeva a destra lo sviluppo di percussioni poggiate sull’asse Florenzi-Candreva, alle quali aggiungere il lavoro di sponda, spalle alla porta di Pellè. Non a caso autori (5’) della prima azione filante, risolta da Sergio Ramos col rischio (il romanista per il laziale, cross e il difensore in spaccata in anticipo sul centravanti azzurro, salvato dal palo). In definitiva per tutta la prima parte della gara le cose migliori italiane e più in generale del match, sono arrivate dai tre azzurri in questione (un paio di conclusioni), a cui aggiungere l’“aggiustatore” Giaccherini (anche al tiro, ribattuto, al 25’, su assist di Candreva), sempre utile tatticamente dalla sua parte, soprattutto in copertura. CAMBI. Una Spagna traccheggiona ha lasciato fare la Nazionale per poi provare a cambiare qualcosa a inizio ripresa, con Koke e Nacho, e un 4-4-2 alzato di una ventina di metri, senza riuscire però a invertire l’inerzia del match. Anzi passata ulteriormente dalla parte azzurra dopo i cambi operati da Conte. Fuori Eder, davvero spento, anche in azzurro, dentro Lorenzo Insigne, formidabile in 20 minuti a prendersi ciò che lo aspettava da quasi due anni. Con Zaza per Pellé e Bernardeschi per Candreva, l’Italia ha sveltito il gioco, allungando la Spagna, colpita al 28’, in cima a una veloce Bernardeschi (qui da centrale)-Giaccherini in percussione a sinistra-assist al bacio per Lorenzino, a segno in scivolata. Tripudio meritato, spento però 3’dopo da un pareggio rocambolesco di Aduriz, viziato da un netto fuorigioco di Morata (complice un’incertezza di Buffon), nel primo tiro spagnolo in porta. GRAN FINALE. L’1-1 ha dato però ulteriore spinta agli azzurri, con un Insigne scatenato e senza paura (straordinario un pallonetto dal limite, intercettato in extremis da De Gea), anche a favore dei compagni. La Spagna si è invece innervosita (un paio di gialli), messa sotto pressione dentro al campo da Zaza e da un Bernardeschi anche lui capace di sfruttare il debutto con maturità. Gli ultimi cambi non rompono il ritmo. Ma finisce così. Con Conte soddisfatto per aver superato così la settimana di passione”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.