Ceravolo: “Spero di ricevere delle scuse. Il Parma non può perdere la A per…” (FOTO)

Sulla questione del deferimento e dei messaggi relativi all’ultima gara del campionato di serie B tra Spezia e Parma, Fabio Ceravolo, uno dei due calciatori crociati coinvolti nella vicenda, ha parlato della questione tramite il proprio profilo “Instagram”. Ecco il suo commento in merito alla vicenda: “Sono rimasto in silenzio a lungo ma mi sembra il momento di dire qualcosa. Nelle ultime due settimane ho visto il mio nome accostato ad accuse che hanno infangato me, la società di cui faccio parte e tutti i miei compagni. È stata dura non poter spiegare pubblicamente di essere completamente estraneo a quelle accuse, come poi attestato da chi di dovere. È stata dura soprattutto per me stesso, per la mia famiglia, per chi mi vuole bene e per tutti i tifosi del Parma che erano costretti a leggere titoloni sui giornali senza alcun rispetto per la mia persona o per l’indagine che era in corso. Ho ricevuto insulti di ogni tipo da parte di tifosi di altre squadre, ho dovuto sopportare cattiverie gratuite, mi sono addirittura visto deferito dai media senza condizionali per alcune ore, quando in realtà non era vero. L’opinione pubblica mi ha puntato il dito contro mente ero perfettamente consapevole che nè io (com’è stato accertato) nè la mia società o il mio compagno Emanuele Calaiò (e sono sicuro che verrà accertato da chi di dovere) avessimo fatto assolutamente nulla per meritarlo. Sono sempre stato convinto che si debba essere perfettamente a conoscenza dei fatti prima di sbattere sotto ai riflettori qualcuno con accuse come quelle. Anche per questo motivo, benché forse sia solo una mera illusione, mi auguro di ricevere delle scuse. Ma quello che mi preme di più è esprimere tutta la mia vicinanza al Parma Calcio e al mio compagno Emanuele Calaiò: sono sicuro che tutto si risolverà, e verrà dimostrato che questa società e questa tifoseria non possono perdere la Serie A per un pippein o un, scusate il termine, cazzein”. In basso il post in questione:

 

 

“Sono rimasto in silenzio a lungo ma mi sembra il momento di dire qualcosa. Nelle ultime due settimane ho visto il mio nome accostato ad accuse che hanno infangato me, la società di cui faccio parte e tutti i miei compagni. È stata dura non poter spiegare pubblicamente di essere completamente estraneo a quelle accuse, come poi attestato da chi di dovere. È stata dura soprattutto per me stesso, per la mia famiglia, per chi mi vuole bene e per tutti i tifosi del Parma che erano costretti a leggere titoloni sui giornali senza alcun rispetto per la mia persona o per l’indagine che era in corso. Ho ricevuto insulti di ogni tipo da parte di tifosi di altre squadre, ho dovuto sopportare cattiverie gratuite, mi sono addirittura visto deferito dai media senza condizionali per alcune ore, quando in realtà non era vero. L’opinione pubblica mi ha puntato il dito contro mente ero perfettamente consapevole che nè io (com’è stato accertato) nè la mia società o il mio compagno Emanuele Calaiò (e sono sicuro che verrà accertato da chi di dovere) avessimo fatto assolutamente nulla per meritarlo. Sono sempre stato convinto che si debba essere perfettamente a conoscenza dei fatti prima di sbattere sotto ai riflettori qualcuno con accuse come quelle. Anche per questo motivo, benché forse sia solo una mera illusione, mi auguro di ricevere delle scuse. Ma quello che mi preme di più è esprimere tutta la mia vicinanza al Parma Calcio e al mio compagno Emanuele Calaiò: sono sicuro che tutto si risolverà, e verrà dimostrato che questa società e questa tifoseria non possono perdere la Serie A per un pippein o un, scusate il termine, cazzein”.

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