Giornale di Sicilia, Brandaleone: “La scalata di La Gumina. Adesso Zamparini faccia come il Bilbao”

Ha dovuto aspettare Nino La Gumina, ma alla fine ce l’ha fatta. Oggi possiamo dirlo: l’unico vero rinforzo del Palermo a gennaio è stato l’attaccante palermitano. Che con tre gol di fila una serie di prestazioni convincenti s’è guadagnato un ruolo di primo piano nel cuore di Tedino dopo un girone di andata nelle retrovie. La sua «scalata» è stata impegnativa. Partito da quinto attaccarne dopo Nestorovski, Trajkovski, Balogh e Monachello a gennaio gli è stato preferito anche Moreo. Che ha sostituito Monachello. Perchè tanta diffidenza? Per l’età non crediamo, La Gumina ha ventidue anni ed ha già un anno di esperienza alla Ternana. Tecnicamente non è eccelso ma ha una chance in più di tutti i competitor, come abbiamo già detto più volte: è palermitano. Vive la maglia rosanero in modo totale e non è vero che per i palermitani sia più difficile imporsi nella squadra della propria città. Quelli bravi (Vasari, i Tedesco, Galeotti per esempio) hanno fatto bene, hanno amato la maglia e sono stati amati dai fans. Quelli scarsi si sono nascosti dietro l’alibi delle pressioni creando questa leggenda metropolitana. Poi hanno fatto male dovunque. Nino La Gumina sta confermando che nel calcio si può essere profeti in patria, a patto di avere pazienza e di non mollare mai. Perché in effetti qui a Palermo un po’ di esterofilia è sempre stata di moda, esasperata durante la gestione di Zamparini che già mal tollera gli italiani. Eppure nel dna dei calciatori siciliani c’è il gol e senza scomodare illustri campioni come Pietro Anastasi e Totò Schillaci basta dare uno sguardo in giro, in serie B. Calaiò sta facendo bene a Parma, il catanese Litteri sta segnando gol importanti a Venezia, Ciccio Di Mariano (nipote di Schillaci) è il giocatore più insidioso del Novara, Ernesto Torregrassa di San Cataldo ha segnato 9 gol col Brescia, Adriano Montalto di Erice sedici reti con la Ternana e lo stesso Monachello di Palma sta contribuendo alla risalita dell’Ascoli. Magari ne dimentichiamo qualcuno, Lo Faso ha i numeri per arrivare lontano e lo stesso Curiale avrebbe meritato qualcosa in più. Insomma, l’exploit di La Gumina sorprende fino a un certo punto. C’è da chiedersi semmai parche di tutti questi attaccanti siciliani nessuno abbia fatto il grande salto di qualità e nessuno sia stato valorizzato in maglia rosa come figli di un dio minore. Forse parche nel calcio i meriti contano, ma contano soprattutto i buoni agenti. Qui a Palermo ne sappiamo qualcosa. Molti dei giocatori che abbiamo menzionato avrebbero fatto c-modo al Palermo e tutti si sarebbero battuti con la grinta e col cuore che La Gumina sta mettendo in campo in queste partite. Il confronto con l’abulia degli attaccanti slavi nell’organico attuale è impietoso. Non sappiamo quale sarà il futuro del Palermo. Nonostante il rigetto dell’istanza di fallimento le insidie all’orizzonte sono ancora tante. Però in questi momento di relativa tranquillità, mentre Zamparini si chiede come recuperare il rapporto con la città gli suggeriamo un progetto che nei paesi baschi, esattamente a Bilbao, è stato una leggenda Se non sarà in grado di acquistare campioni di prima fascia (cosa in questo momento lontana dal mezzi del club) rivolga le sue attenzioni ai calciatori siciliani, guardando come si batte su ogni palla Nino la Gumina. Ci sono Manetta, Di Gaudio. Terranova, Crociata e tanti altri. Affidando magari la squadra a un allenatore e a un direttore sportivo siciliano“. Questo il commento di Carlo Brandaleone presente nell’edizione odierna del “Giornale di Sicilia”.