Duncan Niederauer: «Venezia in A per restarci! Debiti? Tutto risolto…»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Venezia e riporta un’intervista a Niederauer.

L’ex presidente di Wall Street, il manager in giacca e cravatta nel G100 degli amministratori delegati di tutto il mondo, quando arriva a Venezia mette volentieri i bermuda e sempre la maglietta a strisce verdi e arancioni. Il postointribuna accanto alle autorità? Macchè, il presidente Duncan Niederauer va incurva congliultrà e si gode la partita da lì. Magari con una birra in mano, così, per smorzare la tensione. Un po’per scaramanzia, un po’per sentirsi a suo agio.

Per viverla come un tifoso normale, anche il giorno dopo, quando la festa per la promozione ottenuta vincendo i playoff contro la Cremonese era nel pieno. Tre anni fa, dopo la finale vinta contro il Cittadella, nel delirio dei festeggiamenti s’era anche tuffato nel canale che costeggia la tribuna centrale del Penzo, tra gli applausi della sua gente festante.

Presidente, stavolta niente tuffo? «No, mia moglie me l’ha vietato, mi ha detto di non farlo più… E poi nell’acqua si era già buttato Altare, bastava lui!». (Ride)

Quale differenza passa tra le due promozioni che ha conquistato con il Venezia? «È stata molto più emozionante questa. Durante il campionato abbiamo fatto un grande lavoro per sistemare il club e fare una squadra forte, e la crescita dei ragazzi è stata incoraggiante. Ci siamo dati forza a vicenda. E poi abbiamo avuto un supporto incredibile dei tifosi: senza di loro sarebbe stato impossibile farcela, si è creata un’atmosfera bellissima».

Come si ripresenta il Venezia in Serie A due anni dopo? «Con una squadra più pronta, con una rosa migliore: c’è meno lavoro da fare in vista della prossima stagione. Ma siamo più pronti in generale, anche come organizzazione societaria, con un centro sportivo moderno ed efficiente. E con più anni di esperienza sulle spalle. Insomma, è un altro Venezia».

Ormai tra i nuovi proprietari della A si parla più l’inglese che l’italiano: tre club con azionisti stranieri hanno preso il posto di tre totalmente nostrani… «Siamo in rapporti stretti con diversi di loro, di Serie B ma anche di A, ma anche con gli italiani. Non vedo l’ora di riallacciare vecchi rapporti e crearne nuovi».

I nuovi soci arrivati a Venezia durante la stagione da Stati Uniti, Canada e Oriente che forza hanno dato al vostro club in un momento un po’ delicato? «Di sicuro ci ha fatto molto piacere vedere quanto sia attrattivo il Venezia nel mondo. Sono certo che con il loro ingresso sia stata trasmessa anche una maggior fiducia alla squadra: i giocatori hanno capito che il Venezia è un progetto serio. Semmai fossero stati preoccupati per quello che si diceva, hanno capito in fretta che con queste nuove risorse siamo più forti».

I due “ban” dell’Uefa, le cessioni sul mercato a gennaio, alcuni sacrifici: sono soltanto un ricordo? «Tutto risolto, tutto sistemato, anzi: ora siamo in credito…»