Corriere dello Sport: “«Palermo, alla A non si rinuncia». Bortoluzzi rivoluziona la squadra: «Io qui anche grazie a Guidolin, ora giriamo pagina»”

“«Alla serie A non si rinuncia». Diego Bortoluzzi, 50 anni da poco compiuti, una vita da secondo ma attento conoscitore di calcio, condensa con una frase sincera i motivi di una scelta che sembra disperata. Il Palermo è una squadra al tappeto, che non reagisce più agli stimoli, l’ambiente è proiettato sul passaggio di proprietà Zamparini-Baccaglini, altri allenatori più blasonati hanno risposto picche all’idea di sedersi in panchina. Bortoluzzi, in pratica al suo debutto da responsabile diretto, ha accettato un contratto di un mese e mezzo (scadrà a giugno) «perché da sempre ho pensato, prima da giocatore poi da allenatore, che la serie A non si rifiuta mai. Ho giocato in B e in C, la A l’ho solo annusata e so quanto valore abbia». L’onesta intellettuale di Diego è già un punto di partenza. IN COSA PUÒ INCIDERE. Al tempo stesso, Bortoluzzi, seguace di Guidolin con cui si conobbe proprio vincendo a Palermo, non vende fumo e riconosce. «In tre giorni non ho potuto fare test atletici o altro. Cerco di intervenire in modo molto soft. Il Palermo lo seguivo già prima e un’idea me l’ero fatta, adesso ho preso tutte le informazioni utili per giocare questa partita importante col Bologna. Guardo solo a quella, non posso pensare al futuro, devo fare il meglio e trasmettere qualcosa alla squadra. Userò concetti semplici e spero di avere subito risposte. Una delle prime cose su cui ho battuto è l’attenzione nelle marcature sulle palle inattive». Intanto cancella il lavoro più recente fatto da Lopez. Nuova rivoluzione tattica e di uomini, tornano i giovani, fuori gli italiani, Posavec fra i pali. Il portiere è uno dei nodi più intricati della stagione col ds Salerno, appena dimessosi, che a gennaio voleva portare dal Watford il nazionale romeno Pantilimon, trovando però la ferrea opposizione di Zamparini. Le mosse odierne saranno suggerite dall’ex presidente? Bortoluzzi risponde così: «Gli ultimi risultati non sono stati granché quindi qualcosa di diverso bisogna proporre. Il modulo? Le discussioni su difesa a 3 o a 4 alla fine non hanno prodotto niente. In questo momento contano di più applicazione e determinazione, le solite cose che si dicono ma che poi fanno la differenza». Chi l’ha scelto? Zamparini, è ovvio, per cui è un uomo di fiducia: «L’ufficialità del passaggio me l’ha data Baccaglini che ho incontrato stamane – spiega il nuovo allenatore – certo Zamparini ha avuto il suo ruolo nella vicenda perché mi conosce da 27 anni e per 8 ho lavorato con lui. Mi ha chiesto la disponibilità e glielo l’ha data, poi anche Guidolin ci ha messo una buona parola». TREGUA. «Il primo giorno ho trovato una squadra comprensibilmente confusa ma poi ho avuto risposte positive. Le difficoltà più che fisiche le ritengo psicologiche. Barbera ostile? Sarebbe bello che la gente potesse dare una mano ma in questa situazione non possiamo pretenderla. Magari una tregua di attesa. Il Bologna è tranquillo? Potrebbe essere vero ma sarà decisivo il nostro atteggiamento». Niente Diamanti proprio contro una ex cui è molto legato: «Può dare qualcosa alla squadra? Lui come altri». Un sorriso statistico: quando subentrò a Treviso, 11 anni fa in una squadra ultima in classifica, Diego esordi sfiorando la vittoria. 1-1 ad Empoli che pareggiò oltre il 90′. Però i veneti retrocessero: «A Treviso avevo molta meno esperienza, ero andato ad allenare la Primavera rescindendo il contratto che avevo proprio col Palermo e poi fui catapultato in prima squadra in una situazione d’emergenza». Simile a questa. Ma si sa, alla serie A non si può dire di no”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.