Calciatori ancora senza green pass. Salta Italia-Macedonia al Barbera? Le ultime

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla questione no vax nel calcio e sulla gara tra Italia e Macedonia a rischio svolgimento a Palermo.

Se stasera foste a San Siro e a un certo punto doveste accorgevi di un calciatore che lascia la propria auto nel parcheggio ed entra allo stadio a piedi, non stupitevi dell’anomalia. Anzi, iniziate a farci l’abitudine. Il super green pass obbligatorio entrato in vigore lunedì rischia di togliere il calcio a una fetta di professionisti del pallone. La prima vittima sarà, stasera, il portiere della Juventus Wojciech Szczesny. L’ultima rischia di essere a marzo la Nazionale italiana.

Szczesny, da anni convinto che la cosa più difficile che possa capitargli in Italia sia sentire il suo nome pronunciato correttamente, ha scoperto che giocare la Supercoppa contro l’Inter può essere persino di più complicato. Il motivo? «Non ha il green pass», come ha rivelato ieri Allegri annunciandolo in panchina. Ha appena ricevuto la prima dose, ma per il certificato deve aspettare 14 giorni. Quindi lui e quella ventina di calciatori di Serie A non vaccinati e che non hanno avuto il covid, non potranno raggiungere gli stadi con i compagni. E per chi gioca in trasferta è un problema. Chiedete a Szczesny: la Juve è a Milano da ieri, lui partirà da Torino stasera, a bordo della propria auto o con un autista della società. Non potrà dormire in hotel con i compagni: per entrare negli alberghi serve il super green pass ora. Se avesse un biglietto per la tribuna non lo farebbero entrare, potrà invece raggiungere lo spogliatoio di San Siro dall’ingresso delle squadre. Per qualche ora si era temuto dovesse addirittura cambiarsi in auto e accedere direttamente al terreno di gioco, ma la Juventus ha avuto rassicurazioni: potrà farlo insieme agli altri compagni. Ma dopo la doccia, dovrà salire in auto e tornare a Torino. Da solo.

Trasferte difficili per i No Vax.
Ma il ritardatario Szczesny non è l’unico in una situazione simile. E il protocollo potrebbe produrre anche situazioni più estreme: un calciatore senza green pass che fosse espulso non potrebbe occupare nessuno spazio dello stadio diverso dallo spogliatoio. In pratica, gli converrebbe tornarsene a casa. Discorso ancora più complicato per chi debba andare in trasferta: niente aerei, nemmeno charter. Niente treni, né navi. In pratica, la Sardegna Arena diventa off limits per una ventina di calciatori, a meno che non giochino nel Cagliari, ovviamente.

Spareggio in campo neutro.
La questione per la Serie A è più che sostenibile, visto che tocca una ventina di atleti. Il problema più serio potrebbe arrivare il 26 marzo, quando in Italia arriva la Macedonia per lo spareggio Mondiale. Alcuni giocatori della squadra balcanica, infatti, sono vaccinati con Sputnik. Ci sarebbero anche dei non vaccinati. A oggi, la Fifa avrebbe solo due strade per permettere di giocare quel match: escludere i giocatori senza requisiti sanitari per soggiornare in Italia — un hotel è quasi indispensabile, no? — oppure imporre all’Italia il campo neutro. Difficile il bis di quel corridoio sanitario che permise alla Bosnia di giocare a Firenze nel 2020: oggi ci sono i vaccini e la linea politica è difenderne la diffusione, senza sconti a nessuno.