Gilardino si racconta: «Io vivo per miracolo, a 18 anni un brutto incidente stradale mi portò a pormi delle domande. Mio rapporto con la religione…»

Un Alberto Gilardino a 360° quello intervistato dalla rivista “Undici”. Il centravanti rosanero si racconto dentro e fuori dal campo, parlando anche di un brutto incidente avuto all’età di 18 anni e sul suo rapporto con la religione: «Ero un ragazzino, avevo appena preso la patente. Su una strada a doppio senso, che aveva il fiume sia a destra che a sinistra, la macchina si è ribaltata e siamo finiti in acqua. Fortunatamente si sono rotti i finestrini, siamo riusciti a uscire da lì. Dopo pochi minuti la macchina è affondata. È stato un miracolo. Avevo diciott’anni, giocavo in Serie A, mi sono detto: cosa devi fare della tua vita? Vuoi diventare quello che hai sempre sognato o lasciare che la tua vita sia portata dal destino? Religione? ho trascorso molto tempo con i miei nonni. I miei lavoravano e mi capitava spesso di dormire da loro. Avevo un bellissimo rapporto con mio nonno, che non c’è più, e con mia nonna, una donna molto religiosa. Mi ha abituato lei a pregare prima di dormire, e lo faccio ancora, è una cosa che mi è rimasta dentro».