Ai microfoni ufficiali del Palermo FC, durante la Settimana di Studi Danteschi ospitata all’Oratorio San Salvatore, Jesse Joronen ha raccontato il suo personale legame con la lettura e con la cultura italiana, in un evento che ha visto la partecipazione di oltre 500 studenti insieme al presidente Dario Mirri e al Museum Manager Giovanni Tarantino.
Il portiere rosanero ha spiegato come la passione per i libri sia nata in famiglia:
«Ho un buon rapporto con la lettura. Mia madre ci leggeva molto quando eravamo piccoli e da lì è iniziato tutto. Mi piace visitare le librerie, ho cominciato con Tolkien e Il Signore degli Anelli. La lettura mi aiuta a rilassarmi e a riflettere».
Riguardo al suo incontro con Dante Alighieri e la Divina Commedia, Joronen ha raccontato:
«In Finlandia a scuola studiamo la storia della letteratura e Dante è una figura centrale. È stato molto importante per la lingua italiana e per la cultura europea. Io la parlo ancora male, ma lui la parlava in modo perfetto. La Divina Commedia è un’opera che tocca temi universali e continua a parlare alle persone, indipendentemente dalla religione».
Joronen ha poi voluto sfatare un pregiudizio diffuso:
«C’è uno stereotipo secondo cui i calciatori non leggono o non si interessano alla cultura. Non è vero. Nella nostra squadra ci sono tanti ragazzi che leggono e che sono curiosi. Io ho solo detto di aver letto un paio di libri, ma non significa che gli altri non lo facciano».
Infine, un messaggio ai giovani presenti:
«A chi sogna di diventare calciatore dico di essere appassionato non solo del gioco, ma del lavoro che c’è dietro. Se sei curioso, felice di imparare e ami ciò che fai, il futuro arriva da sé».