Vi TOGLIAMO DUE SQUADRE DALLA SERIE A: Ultimora Fifa, campionato italiano spalle al muro

Fifa (LaPresse) Ilovepalermocalcio
La FIFA starebbe seriamente pensando di imporre alcune regole a tutti i campionati, non sarebbe da meno quello italiano.
L’evoluzione del numero di squadre della Serie A riflette le dinamiche del calcio italiano e le esigenze di equilibrio. Dal girone unico istituito nel 1929, il numero di partecipanti ha subito diverse modifiche. Inizialmente, dal 1929 al 1934, la Serie A contava 18 squadre. Questo format mirava a consolidare il campionato a girone unico, garantendo un numero di partite sufficiente e una buona competitività.
Successivamente, dal 1934 al 1943, si passò a 16 squadre, probabilmente per concentrare il talento e alzare il livello medio, anche in un’ottica di riduzione degli spostamenti in periodi di minore agiatezza economica e sociale.
Nel dopoguerra, la stagione 1946-47 vide 20 squadre, e la 1947-48 addirittura 21. Dal 1967 al 1988 la Serie A tornò a 16 squadre, un periodo piuttosto lungo che evidenzia una preferenza per un campionato più snello.
Il passaggio definitivo a 20 squadre è avvenuto nella stagione 2004-2005, un formato che è rimasto in vigore fino ad oggi. Questa scelta è stata motivata principalmente da ragioni economiche e di marketing: un maggior numero di squadre significa più partite, maggiori diritti televisivi e una maggiore visibilità per club e sponsor.
Alcuni club vogliono ridurre numero squadre
L’idea di ridurre il numero di squadre in Serie A, passando dalle attuali 20 a 18, emerge frequentemente nel dibattito calcistico. I principali sostenitori di questa proposta sono spesso i grandi club (come Inter, Juventus, Milan e Roma), che ritengono che un campionato più snello porterebbe a un innalzamento del livello tecnico e competitivo.
Un’altra motivazione chiave è legata al calendario e alla salute dei calciatori. Con l’aumento degli impegni internazionali (nuovi format di Champions League e Mondiale per Club), un numero ridotto di partite di campionato allevierebbe il carico sui giocatori, diminuendo il rischio di infortuni e permettendo loro di arrivare più freschi e performanti agli appuntamenti europei e con le Nazionali. Questa riforma, seppur con diversi ostacoli, è vista da molti come un passo necessario.

“FIFA vuole A a 18 squadre”
Il presidente de LaLiga, Javier Tebas, ha criticato duramente la FIFA durante lo “Sports Summit Madrid”, accusandola di danneggiare i campionati nazionali. Secondo Tebas, “i soldi del Mondiale per Club sottraggono denaro ai campionati nazionali, all’industria che lo produce”. Ha sottolineato come questa iniezione di capitale aumenti il divario economico tra i club.
Tebas ha inoltre contestato l’ipotesi che la FIFA possa obbligare le leghe a ridurre il numero di squadre da 20 a 18. “Non possono obbligarci e non ascolteremo, né la Premier League né la Serie A né noi…“, ha affermato. Ha evidenziato il grave danno economico derivante da una tale riduzione, stimando una perdita di guadagni “del 40% o del 45%”. Questo, a suo dire, causerebbe “un problema economico molto serio per i club”.