«L’Empoli è in ripresa, mentre il Palermo deve dimostrare di essersi realmente ritrovato dopo la vittoria contro la Carrarese. Il fattore campo potrebbe essere determinante e giocare a Empoli non è mai semplice. Può essere una partita da tripla nella quale i rosanero potrebbero avere delle noie. Personalmente tendo dalla parte dei toscani, avendo giocato per diverse stagioni con la loro maglia, e spero che questo incontro possa offrire spettacolo».
Questo il pensiero ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com di Ighli Vannucchi, doppio ex della sfida tra Empoli e Palermo in programma domenica.
Lei arrivò a Palermo con grosse aspettative, ma le cose non andarono per il meglio. Cosa andò storto?
«Ho un ottimo rapporto con i tifosi del Palermo, con i quali parlo spesso sui social. Resta il rammarico da parte di tutti per come alla fine andarono le cose. Purtroppo non avevo un bel rapporto con mister Baldini e così decisi di tornare a casa. Peccato, perché l’avvio in rosanero era stato buono e mi trovavo benissimo con la squadra e la piazza».
A distanza di anni, furono più sue le responsabilità o quelle di Baldini?
«È stata una questione di incompatibilità di caratteri. Tra di noi non scattò mai la scintilla, cosa che avvenne invece nelle stagioni successive con altri allenatori. Ricordo, ad esempio, la libertà totale di esprimermi avuta con Cagni e tutte le altre situazioni con allenatori che mi lasciavano carta bianca, ottenendo da parte mia un certo tipo di risposta in campo. I tifosi a Palermo vedevano gli allenamenti e ci seguivano da vicino: avranno dunque avuto modo di farsi la loro idea».
Per quella che è la sua idea di calcio, si sente più vicino alla realtà Empoli improntata sui giovani o a quella del Palermo guidato dal colosso City Group?
«Sposo tutta la vita la filosofia dell’Empoli, ma questo non significa che quella del Palermo sia sbagliata. Semplicemente, ognuno ha le sue idee e il suo modo di intendere le cose. Ho una scuola calcio a Lucca e stare con i giovani è bellissimo, perché riesci a vedere il futuro attraverso i loro occhi. Quello che sta facendo l’Empoli deve essere d’esempio a molte società italiane per aiutare anche il nostro calcio, attualmente in difficoltà».
Tornando a Baldini: cosa ha pensato quando ha visto la sua nomina a CT dell’Under 21?
«Ho fatto un percorso da calciatore nell’Under 21 ed ero guidato da Tardelli che, insieme a Paolo Rossi, ha rappresentato per me un idolo e un modello. Ero molto emozionato dall’idea di essere allenato da un campione del mondo. Ricordo che impiegai un po’ di tempo a mettere a fuoco la situazione. Avere una certa figura, come può essere quella di un campione del mondo, può essere importante per i giovani. Per tale motivo, io per la panchina dell’Under 21 avrei fatto un altro tipo di scelta».
Che ricordo conserva di Palermo?
«Ricordo una città strepitosa, ricca di monumenti importanti. Venendo da un paesino piccolo di Prato, mi ritrovai in una dimensione diversa, anche con traffico pazzesco. Ricordo l’affetto della gente, la bellezza del mare e il calore di uno stadio spesso pieno. Sono orgoglioso di aver fatto parte di una scintilla della storia importante dei colori rosanero».
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