Una nuova e preoccupante vicenda scuote la Serie C, con protagonista il Perugia e il suo Presidente, Javier Faroni. Secondo quanto riportato da UmbriaOn, Faroni è finito al centro di un’indagine giudiziaria in Argentina, che ha portato anche a una perquisizione all’aeroporto di Buenos Aires, mentre cercava di raggiungere l’Uruguay.
Le accuse mosse contro Faroni sono gravi. La fonte argentina La Nacion ha rivelato che circa 6,2 milioni di dollari sarebbero stati dirottati dai conti della AFA (la federazione calcistica argentina) verso società collegate all’acquisto del Perugia. Secondo quanto riportato dalla pagina Facebook di Un Venerdì da Grifoni, la società TourProdEnter avrebbe effettuato ben 25 operazioni bancarie per un totale di 5.774.259,20 dollari, versando i fondi su due conti intestati alla Sports NextGen Ltd presso la Revolut Bank nel Regno Unito e l’Afrasia Bank Ltd alle Mauritius.
I rischi per il Perugia
Il coinvolgimento del Presidente in un’inchiesta di questa portata potrebbe avere conseguenze devastanti per il Perugia. Secondo Giovanni Cardarello, giornalista di UmbriaOn, il rischio maggiore è per la stabilità della proprietà. Se i fondi utilizzati da Faroni per l’acquisto del club dovessero essere ufficialmente dichiarati provento di attività illecita, potrebbero scattare rogatorie internazionali per il sequestro delle quote societarie, lasciando la governance del Perugia in un limbo giuridico, con tempi e sviluppi imprevedibili.
A quel punto, la questione potrebbe finire sotto la lente della giustizia sportiva italiana, con la Procura Federale della FIGC già attenta ai flussi finanziari e alla trasparenza dei soci del club. Il problema più grande, però, sarebbe legato alla continuità aziendale: se i fondi di Faroni venissero bloccati, il Perugia potrebbe trovarsi senza la liquidità necessaria per la gestione ordinaria, rischiando così una penalizzazione.
Rischio radiazione?
In molti si chiedono se il Perugia rischi addirittura la radiazione. Sebbene si tratti di una sanzione estrema, applicata in caso di fallimento o illeciti sportivi gravi, in questo caso il club potrebbe affrontare un rischio “indiretto”. Se il blocco dei fondi impedisse il pagamento degli stipendi e dei contributi, potrebbero scattare penalizzazioni immediate. Inoltre, se la situazione di insolvenza dovesse perdurare oltre le scadenze per l’iscrizione al prossimo campionato, la mancata concessione delle licenze nazionali potrebbe portare all’esclusione dal professionismo, che di fatto equivarrebbe a una “morte sportiva” del club, o una radiazione burocratica.