Ventuno anni dopo l’ultima volta, Giovanni Tedesco è tornato a Perugia, la città e la squadra che lo consacrarono da giocatore sotto la presidenza Gaucci. Stavolta non per rincorrere la salvezza sul campo, ma per guidarla dalla panchina.
Nella tarda mattinata di ieri, l’ex centrocampista ha vissuto il suo battesimo ufficiale davanti alla stampa e ai tifosi, con l’obiettivo di rilanciare un Grifo in crisi di risultati e di fiducia.
«Desidero ringraziare Faroni e Borras per aver pensato a me in un momento così difficile», ha dichiarato Tedesco. «Spero di ripagarli con passione e lavoro. Alle due di notte ho ricevuto la chiamata, alle sette ero già in volo per Perugia. Per trenta secondi sono rimasto paralizzato. Avevo un sogno: allenare Perugia e Palermo, e oggi si avvera. Vedere questo affetto è un’altalena di emozioni, anche un po’ di tristezza perché mi sono tornate in mente persone che non ci sono più, come Mimmo, Giulietti ed Ercoli. Con Mimmo andavamo ai baracconi e alla fiera dei morti: era un altro calcio, fatto di valori umani veri».
Il tecnico ha poi tracciato la sua idea di lavoro: «Sono ambizioso e consapevole. Il calcio è difficile ovunque, ma ho trovato una società organizzata, strutture moderne e soprattutto grande disponibilità da parte dei giocatori. Voglio salutare Braglia e Cangelosi, due figure che rispetto molto: ho trovato una squadra in buone condizioni fisiche, ma dobbiamo lavorare sulla testa».
Sul ritorno al Curi, Tedesco non nasconde l’emozione: «Due anni fa ero in tribuna per l’ultima in Serie B. Non mi aspettavo di tornare, ma forse era destino. Nella mia carriera non mi hanno mai regalato nulla. Quando voglio qualcosa, me la vado a prendere. Ora serve vincere subito, lunedì col Livorno».
Il nuovo tecnico biancorosso ha chiaro cosa serve per risalire: «Devo recuperare tutti, fisicamente e mentalmente. Poi penseremo alla tattica. Sono un allenatore concreto, voglio un Perugia con identità, cattiveria e spirito di sacrificio. Ho fermato l’allenamento dopo venti minuti di possesso: ho detto ai ragazzi che siamo bravi con la palla, ma bisogna imparare a giocare anche senza. Una vittoria può sbloccare la stagione».
Sul piano tecnico, Tedesco si è soffermato sul reparto di centrocampo: «È il settore più completo della rosa. Con me i centrocampisti parteciperanno di più all’azione offensiva. Voglio una squadra che accompagni, che aggredisca e che non molli mai».
In società, Tedesco potrà contare su due figure esperte come Riccardo Gaucci e Walter Novellino: «Sono dei fuoriclasse, persone che conoscono il calcio e l’ambiente. Li ascolterò, ma le decisioni spettano a me. Ho bisogno di tutti, ma il timone deve restare saldo nelle mie mani».
Infine, un messaggio diretto a squadra e tifosi: «Dobbiamo azzerare e ripartire, con umiltà e determinazione. Lunedì col Livorno sarà la nostra finale di Champions, come ha detto Riccardo. Serve unità, mentalità e fame. Voglio un Perugia che torni a far emozionare la sua gente. Il calcio deve tornare a essere passione e appartenenza».