Il presidente del Genoa Dan Sucu racconta alla Gazzetta dello Sport la sua visione per il club: crescita sostenibile, investimenti mirati e l’ispirazione alla favola della lepre e della tartaruga.
Cita Esopo e la sua celebre favola «La lepre e la tartaruga» il presidente Dan Sucu per spiegare il progetto Genoa: una strategia fondata sui piccoli passi, con l’ambizione di costruire anno dopo anno una squadra sempre più solida. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’imprenditore romeno ha tracciato un bilancio dei suoi primi otto mesi alla guida del Grifone e delineato le linee guida per il futuro.
«Il 18 dicembre ho sottoscritto un aumento di capitale da 45 milioni. Non tornavo a Genova da un mese, la squadra mi è mancata», ha esordito Sucu, confermando il suo legame crescente con il club. Sul primo approccio: «Mi interessavo già alla multiproprietà guardando il Palermo, penso sia il futuro del calcio. Quando mi hanno parlato del Genoa, ho fatto un’offerta. Non pensavo l’avrebbero accettata. È stato un orgoglio, anche se sono rimasto deluso dal comportamento dei creditori dell’ex proprietà».
Il presidente ha chiarito che la semplice salvezza non basta più. «Non è il nostro obiettivo. In Romania, con il Rapid, puntiamo a vincere coppa e campionato. I nostri modelli sono Atalanta e Bologna, partiti dietro di noi, oppure sogni come il Napoli. Serve crescere ogni anno, ma Genova merita una squadra più forte di quella attuale».
Sul mercato e l’organizzazione interna, Sucu ha raccontato di aver cercato Pederzoli già ai tempi del Rapid Bucarest: «Sono felice che abbia accettato di lavorare con noi. Il Rapid è già un club in cui molti vogliono giocare per arrivare più facilmente in Serie A. Ed è interessante anche per i nostri giovani del Genoa, che possono maturare in un contesto competitivo invece che partire dalla Serie B».
Per il futuro societario, Sucu è cauto: «Non ci sono nuovi interlocutori all’orizzonte. Ora lavoriamo per raggiungere l’equilibrio economico».
Alla Gazzetta dello Sport ha anche svelato il suo calciatore preferito: «Thorsby ha uno spirito da Genoa. È come una bicicletta: corre sempre, non molla mai. Quando lo vedo in campo mi sento più sicuro».
Infine, un passaggio su Stanciu, nuova bandiera del progetto: «In Romania è un eroe, è il capitano della nazionale. Sono felice che sia qui. In Liguria vivono 50.000 romeni, e 1,3 milioni in tutta Italia: spero possa renderli orgogliosi».
E come la tartaruga di Esopo, il Genoa avanza. Un passo alla volta. Ma sempre avanti.