La Corte dei Conti – sezione d’appello, presieduta da Vincenzo Lo Presti – ha condannato l’ex assessore al Patrimonio del Comune di Palermo, Roberto D’Agostino, e la dirigente comunale Rosa Vicari, al risarcimento del danno erariale per il mancato incasso dei canoni relativi alla gestione dello stadio Renzo Barbera da parte della società Us Città di Palermo spa, oggi fallita.
Come riportato dal Giornale di Sicilia, il danno stimato si aggira intorno ai 700 mila euro. La dirigente Vicari dovrà versare circa 42 mila euro, mentre l’ex assessore D’Agostino 1.700 euro. Entrambi hanno ottenuto una riduzione degli addebiti del 90%.
Il caso trae origine dalla segnalazione effettuata nel 2020 dai revisori dei conti (7 ottobre) e dal ragioniere generale (16 ottobre), che avevano rilevato la mancata riscossione dei canoni da parte della società calcistica per l’utilizzo dell’impianto sportivo, a partire dal 2004. I canoni erano stati di fatto azzerati attraverso un meccanismo di compensazione per i lavori di manutenzione straordinaria sostenuti dalla società.
Una convenzione scaduta nel 2014 e mai rinnovata dal consiglio
«La società calcistica avrebbe continuato a utilizzare sine titulo lo stadio comunale – si legge nella sentenza – essendo la precedente concessione del 28 aprile 2011 scaduta il 10 settembre del 2014».
La convenzione triennale prevedeva un canone annuo di 315.000 euro oltre IVA, da corrispondere in rate trimestrali anticipate da 78.750 euro, aggiornabili in base all’indice Istat. Era prevista anche una fideiussione a copertura del contratto e la manutenzione ordinaria a carico della società, mentre quella straordinaria restava in capo al Comune, con possibilità di compensazione.
Nel 2014, in vista della scadenza, l’Us Città di Palermo aveva presentato richiesta per il rinnovo. La giunta municipale approvò un nuovo schema di convenzione il 10 marzo 2015 (delibera n. 36) per un periodo di sei anni. Tuttavia, come evidenziato dal Giornale di Sicilia, lo schema non fu mai approvato dal consiglio comunale e non prevedeva fideiussioni né ulteriori garanzie, lasciando alla società l’onere della manutenzione straordinaria.
Il danno emerso dopo il fallimento della società
Secondo la Procura e i giudici contabili, l’ammanco si è concretizzato dopo il fallimento dell’Us Città di Palermo e sarebbe da attribuire alla responsabilità dell’unità organizzativa comunale, in particolare a Rosa Vicari. È stata invece assolta Paola Di Trapani, altra dirigente inizialmente coinvolta nel procedimento, ritenuta non responsabile dei mancati introiti.
Il Giornale di Sicilia conclude sottolineando che la vicenda evidenzia gravi lacune nella gestione amministrativa di un bene pubblico strategico come lo stadio Barbera, usato per anni dalla società calcistica senza il versamento di canoni previsti né adeguate coperture fideiussorie.