PALERMO – L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha chiesto al Comune di Palermo chiarimenti sull’attuale gestione dello stadio Renzo Barbera, oggi in concessione alla società rosanero fino al 2032. La richiesta, inviata lo scorso 16 ottobre e firmata dalla responsabile della Direzione Concessioni e Servizi Pubblici Locali, riguarda la natura dell’affidamento e l’andamento economico e gestionale dell’impianto.
Nella lettera, l’Antitrust ha posto quattro quesiti precisi all’Amministrazione guidata dal sindaco Roberto Lagalla: in primo luogo, le modalità di affidamento del servizio di gestione dello stadio e le relative attività; poi informazioni dettagliate sul soggetto gestore, sull’efficienza del servizio e sul rispetto degli obblighi contrattuali. L’Autorità ha inoltre chiesto di conoscere le procedure seguite – e quelle previste in futuro – per l’affidamento dei servizi commerciali nelle aree interne e limitrofe al Barbera, come punti ristoro e negozi, e di fornire eventuale documentazione sui progetti di sviluppo legati all’impianto.
Un’iniziativa che arriva in un momento cruciale per il club, di proprietà del City Football Group, che punta a un futuro affidamento pluridecennale e a un piano di ammodernamento dello stadio in vista di Euro 2032, competizione per la quale Palermo si candida come città ospitante.
Il Comune ha ricevuto dieci giorni di tempo per rispondere, termine scaduto il 26 ottobre. In una nota interna del 27 ottobre, il ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile ha ricordato che l’Agcm fa riferimento non solo ai servizi affidati “in house”, ma a tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica, a prescindere dalle modalità di affidamento.
Due giorni dopo, il 29 ottobre, il dirigente Roberto Pulizzi, responsabile dell’Area Società partecipate, ha segnalato che per il biennio 2023-2024 «non risulta alcuna istruttoria pervenuta» relativa alla gestione dello stadio e che l’Area Patrimonio «non ha ancora comunicato eventuali riscontri all’Autorità».
Dal Comune precisano tuttavia che la risposta è stata inviata e che la convenzione in vigore «configura una concessione, che potrà trasformarsi in un affidamento di servizi quando il Palermo presenterà il progetto per il nuovo accordo, in conformità con il decreto stadi».
Non si placano però le polemiche politiche. I consiglieri comunali di opposizione Mariangela Di Gangi (Pd), Ugo Forello (Oso) e Carmelo Miceli (Progetto Civico Italia) hanno parlato di «grande confusione» all’interno dell’Amministrazione:
«Queste note – dichiarano – confermano i nostri dubbi sulla chiarezza e sulla trasparenza della gestione del Barbera. Chiederemo una convocazione urgente della Commissione Bilancio e Patrimonio, con l’audizione degli uffici e dell’assessore competente, per capire se tutti gli obblighi di legge siano stati rispettati».
Nel frattempo, il “Renzo Barbera” resta al centro dell’attenzione: non solo come casa del Palermo, ma come uno degli impianti chiave per il futuro sportivo e infrastrutturale della città.