SOSPESA SENZA APPELLO: Diletta Leotta nel baratro | La legge non fa sconti

Diletta Leotta - fonte lapresse - ilovepalermocalcio
Anche la bellissima conduttrice può sbagliare e la legge non fa sconti, nemmeno se si tratta di Diletta Leotta
Negli ultimi anni, Diletta Leotta ha ridefinito il ruolo della figura femminile nel giornalismo sportivo italiano. Volto di punta di DAZN, ha portato freschezza e popolarità alla narrazione calcistica, diventando una delle presenze più riconoscibili nei pre-partita e negli approfondimenti. Il suo stile comunicativo diretto e l’abilità nel creare empatia con tifosi e calciatori l’hanno resa un punto di riferimento del settore.
La Leotta ha saputo unire competenza e carisma, attirando l’interesse di un pubblico trasversale, anche al di fuori degli appassionati tradizionali. La sua forte presenza sui social ha contribuito ad amplificare la visibilità del calcio, specie tra i più giovani, avvicinando nuovi segmenti di pubblico agli eventi sportivi. Questa esposizione mediatica, però, l’ha anche resa bersaglio di critiche e giudizi spesso legati più alla sua immagine che al suo lavoro.
Diletta ha rappresentato una figura di transizione verso un calcio più spettacolare e orientato allo show, in linea con le tendenze internazionali. Interviste in campo, conduzioni dal tono coinvolgente e una capacità di adattarsi a diversi contesti sportivi ne hanno consolidato il ruolo anche in ambito internazionale.
La sua presenza ha acceso dibattiti sul sessismo nel mondo del calcio e sul valore delle competenze femminili in un ambiente ancora prevalentemente maschile. Con una carriera in continua evoluzione, Leotta resta una figura centrale nel processo di trasformazione mediatica del calcio contemporaneo.
Contenuto controverso e reazioni pubbliche
Lo spot pubblicitario di U-Power con Diletta Leotta come testimonial è stato ufficialmente censurato dal giurì dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria. La motivazione riguarda la rappresentazione di un bambino che osserva con stupore una cantante in minigonna, giudicata una forma di «sessualizzazione dello sguardo infantile». Secondo il giudizio, il contenuto viola l’articolo 11 del Codice di autodisciplina, che tutela bambini e ragazzi nella comunicazione commerciale.
Il messaggio dello spot, accompagnato dalla voce di Leotta con la frase «La prima volta che sei rimasto senza parole. Lasciati stupire ancora una volta», ha scatenato numerose critiche. Tra le prime a sollevarle c’è stata la blogger Selvaggia Lucarelli, che ha denunciato la sessualizzazione implicita del corpo femminile attraverso lo sguardo di un minore, definendo il tono dello spot “anni ’90 e ammiccante”.

Un’immagine aziendale già discussa
U-Power non è nuova alle controversie mediatiche: già durante Sanremo 2024 era finita sotto accusa per il caso John Travolta, con critiche su una presunta pubblicità occulta all’interno del festival.
La vicenda solleva interrogativi sull’uso del corpo femminile nella pubblicità e sul limite tra provocazione e rispetto delle sensibilità, in particolare quando coinvolgono minori. Il caso Leotta-U-Power diventa così emblematico del bisogno di ridefinire i confini dell’etica pubblicitaria contemporanea.