Dalla maglia rosanero alla giacca del direttore tecnico. Stefano Sorrentino ritrova il Palermo da avversario, ma non ha dimenticato le emozioni vissute in quei tre anni e mezzo intensi. Lo fa in una nuova veste, da responsabile dell’area tecnica del Bra, squadra neopromossa in Serie C, che domani affronterà il Palermo in amichevole.
In un’intervista rilasciata a Salvatore Orifici per il Giornale di Sicilia, l’ex numero uno rosanero ha raccontato il suo nuovo percorso e le sensazioni alla vigilia della sfida: «Il mio sogno è sempre stato quello di fare il direttore sportivo – spiega – ho ricoperto più ruoli, ma alla fine ho capito che questo è ciò che mi piace di più. A Bra conosco bene allenatore, ds e dirigenza: dopo diverse chiacchierate siamo arrivati a questa decisione».
L’obiettivo, però, è realistico: «La salvezza. Siamo una neopromossa e il nostro stadio non è a norma, quindi le prime partite le giocheremo a Sestri Levante».
«Contro il Palermo sarà emozionante»
Sorrentino non nasconde il coinvolgimento emotivo per il test di domani contro la sua ex squadra: «Quando si incontra il Palermo è sempre un piacere. Sapete quanto amo quei colori e quanto sono legato alla città e alla gente. Sarà bello, divertente ed emozionante, anche se solo in allenamento».
L’ex portiere ha commentato anche l’arrivo di Inzaghi sulla panchina rosanero: «La società è andata sul sicuro. Inzaghi ha già vinto la Serie B, lo conosciamo bene. È un grande acquisto. Ora bisogna completare bene la rosa, anche se buona parte della squadra c’è già. Manca ancora qualcosa, perché la B è lunga, difficile, piena di sorprese».
«Desplanches ha talento, Gomis deve ripartire»
Sul ruolo del portiere, Sorrentino ha le idee chiare: «Desplanches è giusto che vada a giocare: ha talento, ma deve sbagliare, sentire la pressione, fare esperienza. Quanto a Gomis, ha avuto un infortunio molto serio. Come portiere non si discute, ha vinto anche in Ligue 1, ma non sarà facile ripartire subito alla grande».
E sul futuro del Palermo è netto: «Tutti ci auguriamo la Serie A. Ma servono programmazione e mentalità. I primi anni sono serviti ad assestarsi. Il Palermo ha investito tanto, ma questo non basta. Sei anni fa era tra i dilettanti. Ora le carte in regola ci sono tutte».