PALERMO

Sasà Salvaggio: «Solo San Pippo può salvarci. Il Palermo è come l’amore: ti fa soffrire, ma non lo lasci»

Sasà Salvaggio, dalle pagine del Giornale di Sicilia, prova a ridere del periodo più grigio – anzi, più rosa e nero – del Palermo. «Noi palermitani davanti ai drammi ci presentiamo sempre con un cannolo in mano e una battuta pronta», scrive l’autore, ricordando come tra delusioni, attese e sconfitte, il tifoso rosanero riesca sempre a trovare il modo di sdrammatizzare.

Il comico fotografa il sentimento collettivo del tifo: «Ogni volta che sistemi la sciarpa pensi: “Ma io nella vita che cosa ho fatto di male per meritare tutti ’sti abbili?”». Un’ironia che, sottolinea Salvaggio sul Giornale di Sicilia, nasce dal contrasto tra i ricordi dei tempi d’oro – da Zamparini alla quasi Champions – e le frustrazioni degli ultimi anni, dalla ripartenza in D fino agli attuali alti e bassi in Serie B.

Tra passato, play-off e “San Pippo”

Salvaggio ricorda i play-off di Serie C del 2022 come l’ultima vera esplosione di gioia, con la vittoria sul Padova in un Barbera in delirio. Poi, il calo: «È arrivato Corini, poi Dionisi, e adesso tutte le speranze sono rivolte a San Pippo Inzaghi, che è un allenatore… non un santo». Un modo per rimarcare, sempre con l’ironia che caratterizza il pezzo sul Giornale di Sicilia, come la squadra nelle ultime quattro partite abbia raccolto solo una vittoria e tre sconfitte.

Tifosi tra notifiche, pressione e rassegnazione momentanea

Il Palermo vive oscillazioni degne di Wall Street: «È più facile trovare un parcheggio libero in via Libertà che un Palermo convincente», ironizza Salvaggio. La difesa «così distratta che l’avversario era già negli spogliatoi» e un centrocampo cercato da Inzaghi con “Trova il mio iPhone” sono immagini che fotografano il momento.

La trasferta di Chiavari è definita «una gatta da pelare» e, citando Lino Banfi, «uccelli per diabetici» in caso di terza sconfitta consecutiva lontano dal Barbera.

Il tifoso palermitano, eterno innamorato

Il tifoso, scrive Salvaggio, «vive più oscillazioni in una settimana che la Borsa di New York in un anno». Sui social spuntano le solite categorie: catastrofisti, nostalgici di Toni, Amauri, Dybala e Miccoli, e poi «gli allenatori» che sanno più di Oronzo Canà.

L’amore per il Palermo è una relazione tossica ma imprescindibile: «All’inizio sei ottimista. Dopo 15 minuti: “È il Palermo dell’anno scorso”. A fine partita: “Basta, non lo seguo più”. Ma il sabato dopo sei allo stadio».

La ruota che deve girare

In chiusura, dalle colonne del Giornale di Sicilia, Salvaggio torna serio: «Siamo un popolo ottimista. Bastano due vittorie per dire che andiamo in A». Il momento è negativo, ammette, «ma prima o poi la ruota girerà». E nel frattempo, conclude con la sua ironia, «speriamo di non dover prendere ancora bicarbonato».

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Redazione Ilovepalermocalcio