SERIE B

Sampdoria, Mancini: «Se le cose andranno male, sarò io il primo ad andare via»

«Dobbiamo tutti meritarci la Sampdoria, a partire da me. Sono d’accordo con Foti quando dice che per ora del club ci sono solo tifosi e maglia. Se le cose andranno male, sarò io il primo ad andar via».
Lo sguardo fermo e la postura decisa di Andrea Mancini, ds della Sampdoria ultima in classifica in Serie B, danno il tono a un’intervista intensa rilasciata a il Secolo XIX.

La crisi più dura della storia blucerchiata

«Lo vivo male – spiega Mancini a il Secolo XIX – perché essendo nato qui sento una responsabilità più grande. Ma dobbiamo guardarci allo specchio: le colpe sono di tutti. Dal primo all’ultimo dobbiamo dare di più».

Un ambiente complicato, segnato dalle contestazioni e dalla presenza costante delle forze dell’ordine al centro sportivo: «La colpa è nostra. Se i tifosi contestano, hanno ragione. Niente alibi».

Il nuovo staff tecnico: Gregucci, Lombardo e Ferrini

La svolta è arrivata con l’arrivo del nuovo staff guidato da Angelo Gregucci:
«Rispetto agli altri ha conosciuto il Doria in modo diverso, ma ha respirato Samp attraverso mio padre, Lombardo, Vialli, Salsano. Su Lillo Foti una chiacchierata c’era stata: giovane, capace, conosceva l’ambiente».

Accanto a lui, il ritorno di Attilio Lombardo:
«Lo volevamo subito. È una figura che serve a prescindere da cosa succederà. Ho totale fiducia in uno staff di livello internazionale».

Infine il nuovo preparatore atletico Ferrini:
«Mi spiace per Bertelli, l’avevo voluto io, ma per ragioni personali ha deciso di fermarsi. Ferrini è un valore aggiunto».

Mercato di gennaio: «Una punta è il segreto di Pulcinella»

Il ds anticipa a il Secolo XIX una sessione molto attiva:
«Arrivare a Samp–Reggiana nel miglior modo possibile. A gennaio siamo pronti. L’obiettivo è fare quasi tutto entro la gara con l’Avellino».

Individuate già le priorità:
«Serve una punta, lo sanno tutti. Sarà difficile: chi non gioca va verificato fisicamente. Abbiamo obiettivi chiari e un budget a disposizione. Ma se entra qualcuno, qualcosa dovrà uscire».

Pedrola e Pafundi, due talenti da recuperare

Su Pedrola:
«Non è facile dopo tanti infortuni, ma lo vedo determinato. È un patrimonio, lavoriamo per rimetterlo al meglio. Ogni giorno sembra stare meglio».

Su Pafundi, talento assoluto:
«Sì, ho parlato con suo padre. Ma l’ho visto prima io in Primavera 2. Ha un talento fuori dal comune, deve solo ritrovare equilibrio. Qui può dare una grossa mano».

Dirigenza e ruoli: il rapporto con Fredberg

«Io sono il ds, lui è il Ceo: ruoli diversi. In Italia ho più conoscenze io, al Nord Europa le ha lui. C’è comunicazione continua: se le idee sono diverse, troviamo un punto d’incontro».

Scout e algoritmi: tra tradizione e modernità

«Jesper mi ha chiesto di inserire due scout. Ma a me piace vedere il giocatore: l’ultimo giudizio dev’essere il mio. Anche se arriva da algoritmi o database, prima voglio guardarlo con i miei occhi».

Il sistema calcio secondo Mancini

L’intervista a il Secolo XIX si chiude con uno sguardo al movimento italiano:

«Non raggiungiamo una fase eliminatoria del Mondiale dal 2006: un problema c’è. A 22 anni consideriamo un giocatore giovane, all’estero ha già 150 presenze. O si cambia tutti insieme o si peggiorerà. Come noi alla Samp, anche i vertici del calcio italiano devono farsi un esame di coscienza».

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Redazione Ilovepalermocalcio