«Per fortuna, pur con il buio, mia moglie è riuscita a vedere la sagoma della pistola e ha cominciato a gridare di buttarsi a terra» racconta Salvatore, il padre della ragazza in gravidanza colpita di striscio da uno dei dieci proiettili sparati domenica notte contro la vetrina della macelleria di via Caduti del Lavoro, nel quartiere della Marinella a Palermo. Un episodio drammatico ricostruito da Francesco Patanè su Repubblica Palermo, che riporta come la giovane abbia riportato solo una lieve escoriazione alla schiena: pochi centimetri in più e il colpo avrebbe raggiunto la colonna vertebrale.
La testimonianza e i soccorsi
«Sono stati bravi, hanno avuto la prontezza di abbassarsi» prosegue il padre, che su Facebook ha ringraziato parenti e amici rimasti accanto alla figlia fino alle sei del mattino in ospedale. «Quei colpi non erano indirizzati a noi, eravamo nel posto sbagliato al momento sbagliato».
Secondo quanto riferito da Repubblica Palermo, al momento della sparatoria in strada c’erano alcuni familiari e conoscenti della ragazza. Gli investigatori vogliono capire perché fossero lì, in una zona priva di locali e con l’illuminazione rotta. La famiglia sostiene che stessero rientrando da una serata di svago, ma la versione non convince del tutto gli inquirenti.
Il legame con Sferracavallo
Come scrive Francesco Patanè su Repubblica Palermo, potrebbe esserci un collegamento con la rissa avvenuta a Sferracavallo, davanti alla rosticceria Tranquillone, dove il figlio del titolare della macelleria era rimasto ferito a una mano con un’arma da taglio. Tra i presenti alla Marinella ci sarebbe anche un ragazzo legato alla giovane incinta, residente tra lo Zen e la borgata marinara.
Lo scenario ricostruito dagli investigatori ipotizza che, dopo la rissa, il gruppo si sia spostato verso la Marinella, in attesa di accompagnare il ferito a Villa Sofia. È lì che, poco dopo, sarebbe arrivato un commando in auto: dieci colpi esplosi contro la vetrina del negozio, un’azione rapida e violenta che avrebbe le sue radici in tensioni tra bande della zona.
Le ombre sul negozio
Secondo quanto riportato da Repubblica Palermo, la vicenda non sarebbe solo legata a una notte di risse e spari. La macelleria non godrebbe di grande considerazione nel quartiere, con rapporti tesi con famiglie legate al mandamento di San Lorenzo. «Non è finita qui – commenta Ignazio, 65 anni, al cronista di Repubblica – i colpi alla macelleria non possono essere dovuti solo a una ritorsione per quattro pugni a una festa di paese».
La sensazione, come scrive Francesco Patanè su Repubblica Palermo, è che la sparatoria alla Marinella sia il segnale di una tensione più profonda, che intreccia rivalità tra borgate, vecchie ruggini e rapporti economici mai chiariti.