Secondo quanto riportato dal Daily Mail, in Premier League cresce una preoccupazione insolita ma concreta: alcune delle stelle straniere del campionato inglese potrebbero prendere in considerazione l’idea di lasciare il Regno Unito non per motivi tecnici o professionali, ma per le difficoltà delle loro compagne nel trovare un equilibrio di vita oltremanica.
Diverse società avrebbero infatti rilevato un crescente malessere nelle famiglie di alcuni giocatori: mogli e fidanzate, secondo il quotidiano britannico, faticano ad adattarsi allo stile di vita inglese, al clima, alle abitudini locali e a un contesto considerato poco accogliente rispetto ai Paesi d’origine. Una condizione che si ripercuoterebbe anche sull’ambiente domestico e, di conseguenza, sulla serenità degli stessi atleti.
Per evitare fughe eccellenti al termine della stagione, vari club si sarebbero già attivati incaricando esperti specializzati nel supporto psicologico e nell’integrazione familiare. L’obiettivo è semplice: aiutare le famiglie dei giocatori a inserirsi meglio nella quotidianità britannica, ridurre lo shock culturale e prevenire richieste di trasferimento dettate più dalla vita privata che dal campo.
Un problema non nuovo: il caso Di María
Il tema, come ricorda il Daily Mail, non è del tutto inedito. In passato fece scalpore la testimonianza di Jorgelina Cardoso, moglie di Ángel Di María, che raccontò apertamente la sua esperienza negativa durante la stagione trascorsa al Manchester United nel 2014-15.
Cardoso definì il cibo inglese «disgustoso», lamentò il buio precoce del pomeriggio e descrisse la vita nel Regno Unito come «orribile», nonostante il ricco contratto del marito. Parole che fecero il giro del mondo e che evidenziarono come l’adattamento delle famiglie possa influire sul destino professionale di un calciatore.
Anche Sara Arfaoui criticò la vita in Inghilterra
Un’altra voce illustre fu quella di Sara Arfaoui, moglie dell’ex centrocampista del Manchester City Ilkay Gundogan. Nel 2022, parlando della sua esperienza nella città inglese, dichiarò pubblicamente di essere rimasta delusa dalla qualità del cibo e dell’offerta gastronomica locale: «Non si trova un buon ristorante italiano, né sushi di qualità… tutto sembra congelato», disse senza filtri.
Un rischio reale per la Premier League
Queste testimonianze, unite ai nuovi segnali raccolti dai club, hanno spinto la Premier League ad affrontare il problema in modo sistemico: trattenere i grandi calciatori non significa soltanto garantirsi contratti competitivi, ma anche assicurare che le loro famiglie trovino un ambiente accogliente.
Il Daily Mail sottolinea come la serenità extra campo possa diventare un fattore decisivo nella scelta di restare o partire.