“Per me la Nazionale non esiste più, basta”: HA RIFIUTATO LA CHIAMATA DEL CT | Smacco all’Italia intera

Nazionale Italiana

Nazionale Italiana - fonte lapresse - ilovepalermocalcio

Una scelta che ha fatto molto discutere, soprattutto perché si tratta della Nazionale: così non si fa.

Per molti atleti, la chiamata in Nazionale rappresenta il sogno di una carriera, il coronamento di anni di sacrifici. Tuttavia, con il passare del tempo e l’aumento vertiginoso degli impegni stagionali, questo riconoscimento rischia di trasformarsi in un ulteriore carico mentale e fisico. Gli atleti di alto livello sono spesso sottoposti a calendari intensi, con competizioni ravvicinate, lunghi viaggi e responsabilità crescenti nei confronti dei propri club.

In questo contesto, l’invito a vestire la maglia del proprio Paese, pur prestigioso, può apparire come una pausa mai realmente tale. Le pause per le nazionali spesso spezzano il ritmo, obbligano a viaggiare senza il tempo necessario per il recupero e aumentano il rischio di infortuni. Molti atleti arrivano già stanchi a questi appuntamenti, e il dover rispondere a nuove pressioni, spesso con poco tempo per allenarsi con compagni e staff diversi, crea ulteriore disorientamento. Il corpo e la mente non sempre riescono a reggere senza conseguenze.

Non è raro che alcuni atleti scelgano di rinunciare o di gestire con cautela le convocazioni, soprattutto in età avanzata o dopo una lunga stagione. Anche il contesto mediatico e l’opinione pubblica contribuiscono alla pressione, rendendo difficile spiegare che una decisione dettata dalla stanchezza non significa mancanza di amore per la maglia.

La Nazionale resta un simbolo di prestigio, ma nella realtà quotidiana di un atleta moderno può trasformarsi in un peso. Onorarla è ancora un orgoglio, ma non più un’ovvietà.

Una scelta ponderata e rispettabile

Cristina Chirichella ha confermato ufficialmente la sua decisione di dire addio alla Nazionale, almeno per il momento. Dopo aver conquistato la Champions League con Conegliano, ha chiarito in un’intervista a iVolleyMagazine i motivi della sua mancata risposta alla convocazione del CT Julio Velasco. Nessuna polemica diretta, ma la centrale parla di “bocconi amari” mandati giù negli anni, sottolineando come in passato sia mancato il “fattore umano”. Parole che lasciano intendere una stanchezza accumulata non solo fisica, ma anche emotiva.

Chirichella non esclude totalmente un ritorno, ma al momento ribadisce: “Per ora il mio percorso in Nazionale è chiuso, e va bene così”. A 31 anni, sente il bisogno di pensare a sé stessa, dichiarando apertamente di non avere rimpianti né rimorsi. Una scelta lucida, resa ancora più dignitosa dal tono pacato con cui viene espressa, che merita rispetto anche da chi avrebbe voluto rivederla in azzurro.

Cristina Chirichella
Cristina Chirichella – fonte Instagram – ilovepalermocalcio

Oltre la pallavolo: un sogno personale

Pur in ottima forma fisica e reduce da una stagione brillante, Chirichella ha scelto di fermarsi, almeno dal punto di vista internazionale. L’obiettivo ora è recuperare energie, concentrarsi sul proprio benessere psicofisico e coltivare nuove aspirazioni, ancora non svelate: “Ho un sogno, non so se si realizzerà”.

Il suo contributo alla pallavolo italiana resta comunque notevole, e se davvero questo fosse un addio definitivo, Cristina lo avrebbe fatto con classe, coerenza e consapevolezza.