Secondo l’analisi di Alessandro Arena sul Giornale di Sicilia, il Palermo ha cambiato pelle rispetto a un anno fa. Nonostante alla fine dei giochi manchi ancora molto, l’aria che si respira attorno alla squadra è diversa: la stagione rosanero può essere affrontata con maggiore ottimismo, grazie a una strategia di mercato incentrata sull’esperienza e sulla continuità.
Il direttore sportivo Carlo Osti ha preferito puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità. I nuovi innesti sono dieci, tra ritorni dai prestiti e acquisti mirati, ma quasi tutti con trascorsi recenti importanti tra Serie A e Serie B. Come sottolinea Arena sul Giornale di Sicilia, il dato complessivo delle presenze in massima serie è salito a 844, contro le 720 di un anno fa. A trainare la statistica sono soprattutto Augello (197 gare in A), Gyasi (178) e Bani (163), giocatori che arrivano da esperienze consolidate rispettivamente con Cagliari, Empoli e Genoa.
Un altro aspetto evidenziato da Alessandro Arena sulle pagine del Giornale di Sicilia riguarda il numero dei giocatori senza esperienza in A, sceso da 14 a 10. Anche su questo punto Osti è stato chiaro: il Palermo vuole affidarsi a calciatori affermati o a profili come Palumbo, che pur con poche apparizioni in A conoscono bene la B. Inoltre, il ds ha chiesto un salto di qualità ai veterani rosanero: Brunori, Gomes e Segre vivono la loro quarta stagione consecutiva in cadetteria, mentre Ceccaroni, Ranocchia e Diakité sono alla terza. Sono loro a rappresentare lo zoccolo duro del gruppo.
Arena sul Giornale di Sicilia sottolinea anche come Osti abbia valutato i profili con promozioni in A già ottenute in carriera: il numero resta sette, ma il livello degli interpreti si è alzato. A differenza di Lucioni, Di Mariano e Insigne, che avevano accumulato solo 76 presenze in A, giocatori come Gyasi e Bani portano un bagaglio di vittorie e continuità ad alti livelli.
La scelta dell’allenatore, Pippo Inzaghi, rientra nello stesso solco. In carriera vanta 113 panchine in A, ma soprattutto cinque campionati di B con due promozioni, un curriculum ben più rodato rispetto a quello del suo predecessore Dionisi. Il pragmatismo della dirigenza, osserva Arena sul Giornale di Sicilia, si è fatto sentire anche sui giovani: a costo zero sono arrivati Veroli e Giovane, entrambi classe 2003 con già decine di presenze in B, oltre alla promozione dal vivaio di Corona. Un approccio molto diverso rispetto al recente passato, quando si spendevano milioni su profili senza esperienza.
Infine, il tema della nazionalità: sette degli otto acquisti estivi sono italiani, mentre l’unico straniero, Joronen, è ormai un habitué del calcio nostrano dal 2019. Un anno fa, con De Sanctis, gli stranieri erano sette su undici. Un ulteriore segnale di come il Palermo di oggi stia puntando su certezze e continuità per cercare la scalata alla Serie A.