Palermo. Le dieci mosse segrete di Baldini: così guida il ritiro di Boccadifalco

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul ritiro del Palermo a Boccadifalco con il vademecum di Baldini in questa fase di pre-campionato.

Dieci mosse per dare scacco agli avversari. E un sottile gioco delle coppie che non è la scelta trasgressiva di un amore stanco ma una indicazione precisa: due elementi per ogni ruolo, gerarchie che cambiano a seconda dell’impostazione della partita e dei momenti. Il tutto condito da una mentalità guerriera che tenga conto di quanto sia importante, anche per gli altri, incontrare i rosanero. È il diario segreto di Baldini che nasconde i dettagli della pre-season ma non fa mistero delle ambizioni. Il suo Palermo vuole di più, sempre di più. Il traguardo della A è stampato negli spogliatoi insieme alla sua filosofia di vita: «Nulla è impossibile».

Da Natale in poi è nato un patto tra i rosa. Il ritiro di Boccadifalco lo ha rinnovato. Psicologia e convinzione Dopo avere restituito autostima, Baldini ha chiesto concentrazione, dedizione, massimo impegno a livello fisico. Periodo di preparazione vuol dire divertimento e sacrifici. La maniera per caricare lo spogliatoio e per un’altra missione speciale. Gli allenamenti sono duri. Chi non li segue, si autoesclude. Il controllo dello stato atletico giornaliero e con schede personalizzate. Protagonista il preparatore Petrucci che per Baldini è il migliorie che abbia mai avuto nella sua carriera.

Quasi una religione, il lavoro in piscina. Imprescindibile l’utilizzo del Gps che consente di rilevare potenza metabolica, consumo di ossigeno, cambi di direzione, velocità, accelerazioni, in pratica un po’ tutto. A fine seduta si valutano i dati e, se qualcosa non va, Petrucci discute con il giocatore interessato. Controlli e rispetto. Tutto blindato, tutto off limits, telecamere spente, nessun estraneo o lavori durante lo studio tattico. È il suo sistema per portare applicazione e tranquillità. In quanto al dialogo, nessuna regola particolare. Si parla generalmente al gruppo a meno di esigenze e di problemi personali. Recuperi dalle fatiche e alimentazione super controllati. Diete particolari vanno concordate con lo staff medico. Indispensabile, soprattutto con il caldo, riposare bene e ad orari precisi, per riprendere a lavorare con intensità. Niente multe in caso di indisciplina, i panni sporchi si lavano con confronti a tu per tu, da uomo a uomo.

Obiettivi e squadra. Rispetto reciproco dei ruoli. Non esiste un regolamento interno, un vademecum delle cose da fare e da non fare, il rapporto fra i ragazzi e il mister si sviluppa attraverso un percorso di competenza, di attenzione e di altruismo. Bisogna solo crederci. Non esistono per definizione titolari e riserve. L’allenatore considera l’intera rosa. Tutti devono sentirsi importanti anche se non giocano dall’inizio. Ognuno, alla fine, avrà la sua parte di gloria e di popolarità. Baldini è ormai entrato nella testa dei giocatori e chi indossa la maglia deve mettere sentimento come Accardi esempio di “picciotto”, bandiera e jolly. O come Soleri decisivo quando è la sua ora. «È sempre il collettivo che dovrà esaltare il singolo».

Formazione e rapporti. Tra proverbi e citazioni, fede e premonizioni, nella sua travolgente sincerità, i calciatori hanno scoperto in Baldini un comunicatore di prim’ordine. Che non lascia dubbi. La selezione dell’undici titolare sarà dettata, di volta in volta, dalla condizione fisica, dalla lettura della sfida. Tutti possono contare sulla stima del tecnico e sul suo motto: «Non si vice solo con la formazione iniziale ma anche con chi subentra. Con i panchinari siamo diventati grandi»: un’altra spinta di Baldini che vuole ragazzi che lo mettano in difficoltà e che dalla panchina possano incidere. La personalità forte non gli manca, così come la capacità di farsi ascoltare. Il comportamento deve essere franco e sincero. Non si tratta, dunque, di amicizia, ma di collaborazione, professionalità, rispetto. E di una stima che non si ottiene a parole, ma mettendosi al servizio dei compagni.

La maglia va meritata e tutti avranno una possibilità. Gioco e voglia di vincere. Organizzazione e spirito solidale, innanzitutto, uniti a fame di successi e voglia di sbalordire. Senza paura. Si riprende dal solito modulo (4-2-3-1) che poi contiene basi per passaggi rapidi ad altre soluzioni. Il primo concetto è quello di aggredire e di rubare il tempo agli altri: non a caso Baldini ha costruito una difesa forte, grazie al sacrificio in copertura che coinvolge tutti, a partire dalle punte. Poi ovviamente di fare gol. In attacco, decisivo alternare possesso palla per creare spazi ad una rapidità impressionante quando gli avversari si sbilanciano. Il “maestro” ha la fiducia di tutti. Il mercato aumenterà le sue alternative per prendere il volo: destinazione serie A. Resta comunque un’emozione di base: più che lavagna, ci vuole cuore. Il resto, come i gol sugli schemi, si studia in campo.

 

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Redazione Ilovepalermocalcio