“Palermo al microscopio”: ennesimo scossone societario, ma ce n’era veramente bisogno?

Il Palermo cambia ancora. Maurizio Zamparini, proprietario del club rosanero, ha deciso di dare una scossa all’ambiente esonerando il direttore sportivo Fabio Lupo in favore di Aladino Valoti, parigrado ex Sudtirol. Una scelta figlia dei modi troppo pacati – a dire del patron – dell’ex dirigente di Ascoli e Torino, giudicato addirittura senza grinta. Una decisione che a tratti appare veramente assurda se si valuta l’operato sul mercato di Lupo, che si è trovato a preparare le più classiche nozze coi fichi secchi in virtù di una politica votata ad una spending review che poco si addice ad una società desiderosa di tornare subito in serie A. Sia chiaro, a questo Palermo non servivano e non servono tuttora pedine dal tasso qualitativo trascendentale, bensì determinati puntelli utili ad offrire a mister Bruno Tedino delle valide alternative nei reparti attenzionati.

Nulla di fatto però, con la società che ha deciso – attraverso una riflessione trilaterale condivisa da allenatore, proprietà e futuro ex direttore sportivo – di introdurre in organico i soli Corentin Fiore e Stefano Moreo. Sul capitolo partenze, invece, s’è registrato l’addio di una vera e propria colonna della difesa quale era Thiago Cionek – che, ricordiamo, verrà pagato dalla Spal 150.000€ solo a patto che gli estensi si salvino -. All’ex Modena, che era in scadenza di contratto, si è poi aggiunto Carlos Embalo, che è tornato in prestito al Brescia sotto la guida del suo vecchio mentore Roberto Boscaglia. Gaetano Monachello, infine, si è accasato ad Ascoli via Atalanta.

Adesso vi chiederete: perché questo riepilogo? Semplice. Zamparini ha sottolineato anche una mancata condivisione delle strategie di mercato invernali, dimenticando forse come sia lui stesso ad avere l’ultima parola sulle varie trattative. Le recenti dichiarazioni di Fabio Lupo però cozzano non poco con questa tesi, con l’ex ds rosanero che ha chiarito come avesse curato una strategia ben precisa con un paio di operazioni già definite sia a titolo definitivo che in prestito. Possibile che nessun calciatore proposto abbia trovato i favori dello staff tecnico e dirigenziale? Chiaramente sì. Questa situazione, tuttavia, ci ricorda non poco quella legata alla sessione invernale della stagione 2016/2017: in quella specifica finestra di calciomercato vennero bocciati ben due calciatori cercati dall’allora direttore sportivo Nicola Salerno, vale a dire Leandro Rodriguez dell’Everton e Costel Pantilimon del Watford, oggi finiti rispettivamente al Danubio e al Nottingham Forest.

In buona sostanza dunque è facile dedurre come il cambio di direttore sportivo trovi radici in altre dinamiche a noi sconosciute e che poco hanno a che fare con le dichiarazioni di facciata dei giorni scorsi. Bisogna registrare, inoltre, un possibile riavvicinamento dei tanto chiacchierati consulenti del patron nelle dinamiche legate al club. Non è un mistero, d’altronde, come Lupo non fosse gradito ad un consigliere in particolare. La stessa personalità inoltre sembrerebbe aver suggerito Valoti nel giugno scorso, quando una serie di mancati incastri portarono alla scelta dell’ex ds della Juve Stabia.

Ciò nonostante, il dado è tratto: il Palermo è destinato a proseguire la stagione sul sentiero tracciato, con la squadra che sarà artefice del proprio destino. Una vittoria contro il Frosinone nel prossimo turno di campionato potrebbe riportare i rosanero ad un passo dai due gradini più alti del podio, con l’Empoli e i ciociari che verrebbero avvicinati rispettivamente a -1 e -3 (laddove anche i toscani perdessero, si intende). Ecco perché il recupero della sfida del Tardini contro il Parma assume un’importanza cruciale, con la banda Tedino che terrà nelle proprie mani i fili che potrebbero condurla nuovamente verso il paradiso dopo una serie di risultati negativi che avevano minato non poco le certezze dell’ambiente. E chissà che già dalla sfida alla momentanea capolista i siciliani non possano mostrare quei miglioramenti palesati in occasione del match vinto contro l’Ascoli.

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Massimiliano Rincione