Svolta nelle indagini sull’omicidio di Paolo Taormina, il ventenne ucciso nella notte tra sabato 11 e domenica 12 maggio davanti al pub di famiglia “O Scruscio”, a pochi passi dal Teatro Massimo. Come scrive Fabio Geraci sul Giornale di Sicilia, sarebbe stato identificato il ragazzo che, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe subito la prima aggressione nei momenti precedenti al delitto.
Si tratterebbe del giovane con il gilet bianco, immortalato nelle immagini delle telecamere di via Spinuzza mentre cercava di difendersi durante la rissa iniziale. Sarà sentito a breve dagli investigatori e potrebbe chiarire la dinamica di quella notte.
Le immagini, in bianco e nero, non consentono di ricostruire con precisione la sequenza dei fatti, ma gli inquirenti ritengono ormai con certezza che a sparare sia stato Gaetano Maranzano, che ha confessato l’omicidio. Secondo la ricostruzione del Giornale di Sicilia, il colpo di pistola — esploso a bruciapelo — avrebbe raggiunto Taormina alla nuca.
L’inchiesta, coordinata dai pm Maurizio Bonaccorso e Ornella Di Rienzo insieme al procuratore Maurizio De Lucia, non riguarda solo Maranzano, ma anche quattro suoi amici dello Zen, indagati per avere fornito versioni contraddittorie nel tentativo di coprirlo. Tra loro, un ventisettenne che l’assassino chiama “fratello”, nella cui abitazione i militari hanno trovato collane con croci, pistole e un ciondolo con la scritta “King”, oggetti ripresi nei video. La sua posizione potrebbe aggravarsi: non si esclude un’ipotesi di concorso morale nell’omicidio, ma le valutazioni restano in corso.
Come ricostruisce ancora Fabio Geraci, alle 2.50 di quella notte davanti al locale scoppiò una rissa tra più ragazzi. Paolo Taormina uscì per riportare la calma, ma fu raggiunto da un colpo mortale. «Un soggetto con barba scura, occhiali e collane con crocifissi e pistole — scrive il gip Claudio Bencivinni — si avvicina e lo colpisce alla nuca». Tuttavia, le immagini «non sono del tutto chiare» e il movimento del braccio «non è perfettamente compatibile» con la Sig Sauer consegnata da Maranzano, circostanza che sarà verificata dai test balistici.
A raccontare quei momenti è la cugina della vittima: «Mi ero appena seduta a un tavolo fuori dal locale quando, alle mie spalle, è cominciata una lite tra tanti ragazzi e uno solo. Loro lo colpivano con bottiglie di birra Heineken. Poi ho visto mio cugino uscire e dire: “Ragazzi basta, non vi litigate, non serve fare così”».
La sorella di Paolo, Sofia, ha invece riferito: «Ho visto una pistola piccola e nera puntata contro mio fratello. Ho sentito lo sparo e lui è caduto a terra». Dichiarazioni confermate anche dalla fidanzata della vittima, Desirée: «Prima che cadesse, ho visto una persona avvicinarsi e non so se gli abbia puntato qualcosa o colpito con un oggetto, ma lui è caduto di botto».
La testimonianza del ragazzo col gilet bianco, ora rintracciato, potrebbe essere decisiva per chiarire gli ultimi istanti prima del colpo che ha ucciso Paolo Taormina.