Come racconta Matteo Delbue sulla Gazzetta dello Sport, il Monza di Bianco vince e convince ancora: 3-1 alla Reggiana e terza vittoria consecutiva che proietta i biancorossi nelle zone alte della classifica. Una prestazione sontuosa, costruita in meno di un tempo, in cui la squadra ha mostrato solidità, qualità e mentalità da grande.
«Nel segno del tre» — scrive Delbue sulla Gazzetta dello Sport — come i gol segnati e come le vittorie consecutive. Ma soprattutto come simbolo di un gruppo che ha ritrovato compattezza e convinzione, trasformando le incertezze di inizio stagione in una marcia ambiziosa verso la Serie A.
Sotto lo sguardo attento della proprietà statunitense, rappresentata dalla presidente Lauren Crampsie e dal co-fondatore di BLV Brandon Berger, il Monza ha sfoderato una prova di forza da squadra matura. Doppietta d’autore per Mota Carvalho, autentico trascinatore; fiammate irresistibili di Keita; e un gol straordinario di Izzo, da vero numero dieci, a coronare una gara di grande sostanza difensiva.
Nel centro del progetto resta Matteo Pessina, descritto da Delbue sulla Gazzetta dello Sport come “messaggero in campo del verbo di Bianco”: sempre nel vivo dell’azione, guida e equilibrio tattico di un gruppo che ha imparato a soffrire e a dominare. L’unica nota stonata è la giornata sottotono di Colpani, presente in tribuna Raffaele Palladino, che lo ha osservato con attenzione e, forse, incoraggiato a ritrovare la sua imprevedibilità.
La partita si è decisa nei primi 45 minuti: al 3’ l’errore di Rover regala a Mota il gol dell’1-0; al 14’ il momentaneo pareggio di Novakovich è solo un’illusione, spenta subito dal capolavoro di Izzo al 25’, con una finta e un destro a giro sul secondo palo. Il tris arriva al 43’, ancora con Mota, abile a sfruttare un altro pasticcio di Rover e a siglare il definitivo 3-1.
Nella ripresa, evidenzia ancora la Gazzetta dello Sport, la Reggiana si limita a contenere, colpendo un palo con Bozzolan, mentre il Monza gestisce con maturità in vista della trasferta di Palermo, definita come “la prova di maturità” per le ambizioni di Bianco.