Milan-Como non si giocherà a Perth. L’ipotesi di portare la sfida di campionato in Australia, coltivata a lungo da Lega Serie A e club rossonero, è ormai destinata a tramontare. La trattativa, che nelle ultime settimane era arrivata molto vicina alla chiusura, si è di fatto arenata davanti alle condizioni poste dalla AFC, la Confederazione asiatica che avrebbe dovuto ospitare l’evento.
Milan e Lega avevano spinto con decisione per l’operazione, nata con l’obiettivo di valorizzare il brand della Serie A all’estero e sviluppare nuove opportunità commerciali in un mercato strategico come quello australiano. Tuttavia, alcune richieste giudicate troppo vincolanti non hanno permesso di arrivare al via libera definitivo.
Tra i nodi principali, la questione arbitrale: per disputare la gara a Perth sarebbe stato necessario affidarsi a una terna arbitrale della federazione asiatica, Var compreso. Una condizione inizialmente accettata, anche dopo le rassicurazioni arrivate dai vertici arbitrali internazionali, ma che rientrava in un pacchetto più ampio di prescrizioni rivelatesi alla fine insostenibili.
Il presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli, nei giorni scorsi, si era sbilanciato pubblicamente annunciando la disputa della gara in Australia l’8 febbraio, parlando di un confronto positivo anche con il presidente FIFA Gianni Infantino. «Accetteremo la condizione sugli arbitri, poi ci sono altre cose da sistemare», aveva dichiarato. Proprio quelle “altre cose” si sono trasformate negli ostacoli decisivi.
La partita resta così un caso emblematico anche dal punto di vista politico: il tema delle gare di campionato disputate all’estero continua a dividere istituzioni, federazioni e confederazioni, tra interessi economici, regolamenti e tutela della competizione.
Un comunicato ufficiale della Lega Serie A, che dovrebbe certificare definitivamente lo stop all’operazione Perth, è atteso nelle prossime ore. Milan-Como, salvo colpi di scena, si giocherà dunque secondo la collocazione tradizionale prevista dal calendario.