“MI SA CHE MI RITIRO”: finisce la finale di Roland Garros e sgancia il missile | Lascia il Tennis per sempre

Sinner Alcaraz

Sinner Alcaraz - ilovepalermocalcio

La finale di Roland Garros è stato uno dei match più belli e intensi di tutti i tempi.

Cinque ore e ventinove minuti di battaglia tennistica: è quanto hanno vissuto milioni di spettatori nella finale del Roland Garros tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Una maratona iniziata nel primo pomeriggio e terminata all’imbrunire, trasformando la domenica in un evento memorabile.

Il match ha incollato al televisore 5 milioni di italiani, tra il Nove e Eurosport, grazie alla scelta di Warner Bros Discovery di trasmetterlo anche in chiaro. Un risultato che, pur non superando i 6,7 milioni della finale delle ATP Finals contro Djokovic, impressiona per la durata e la tenuta dell’ascolto: 5 milioni di media per oltre cinque ore, con uno share del 38%.

L’attenzione del pubblico ha mostrato numeri da evento nazionale. Dati che raccontano quanto il tennis, e in particolare Sinner, stia diventando un fenomeno popolare, pur ancora legato a certe aree geografiche e demografiche. La passione, però, è trasversale e destinata ad allargarsi.

La sconfitta di Sinner, maturata dopo aver sciupato tre match point, è solo il capitolo amaro di un racconto epico. Alcaraz, con l’ultimo passante vincente, ha mostrato più fame, ma il valore di Jannik non ne esce ridimensionato. Anzi, guadagna in umanità e prospettiva. Nel dramma sportivo, Sinner si conferma protagonista di un’epoca che potrebbe superare persino quella dei Big Three.

Segnali d’addio dopo il Roland Garros

A tal proposito, dopo la sconfitta contro Jannik Sinner al Roland Garros 2025, Novak Djokovic ha lasciato trapelare dubbi concreti sul suo futuro. In un’intervista al media serbo Sportklub, ha dichiarato: “Se non vinco un titolo di Grand Slam in un anno e mezzo o due, mi chiederò se vale la pena continuare”. Parole che suonano come un primo ultimatum personale e che scuotono l’intero mondo del tennis. A 38 anni, il serbo inizia a interrogarsi apertamente sul senso della sua permanenza nel circuito.

Il digiuno di Slam, che dura dall’US Open 2023, pesa come un macigno per chi ha costruito la propria leggenda sui palcoscenici più importanti. E se da un lato la medaglia d’oro olimpica vinta a Parigi 2024 ha colmato una lacuna storica nel suo palmarès, dall’altro non sembra bastare a sedare la sua fame di Major, da sempre vero termometro del suo valore.

Djokovic
Djokovic – ilovepalermocalcio

La pressione del tempo

Djokovic si trova nel mezzo di un cambiamento generazionale. L’ascesa di Sinner e Alcaraz, insieme all’emergere di altri giovani, ha reso evidente la difficoltà per i veterani di restare al vertice. La sconfitta con l’italiano, simbolo di questo passaggio di consegne, ha probabilmente accelerato le sue riflessioni.

Il riferimento a un limite temporale di “uno o due anni” lascia aperta la possibilità di un ultimo grande obiettivo: le Olimpiadi di Los Angeles 2028. Ma al momento, resta chiaro che per Djokovic tutto dipende da ciò che riuscirà a fare nei prossimi Slam.