Settimana da ricordare per Jonathan Klinsmann. Dopo il successo all’esordio in campionato con il Cesena è arrivata anche la prima vera convocazione con la nazionale statunitense. «Gran parte del merito va al Cesena, al suo allenatore e allo staff – ha dichiarato il portiere a Giulio Saetta sulla Gazzetta dello Sport – io ho semplicemente cercato di dare il meglio». Domenica volerà a Morristown, nel New Jersey, per unirsi al gruppo Usa.
Klinsmann ha raccontato le sue scelte di carriera. «Ho deciso di fare il portiere non per evitare paragoni con mio padre Jurgen, ma perché da giovane mi piaceva stare in porta. È stata una scelta naturale, dettata dal piacere di ricoprire quel ruolo». Un passato da attaccante che oggi lo aiuta: «Mi è servito molto. Avere piedi buoni è fondamentale nel calcio moderno. Anche aver praticato diversi sport mi ha reso un portiere più dinamico».
Il rapporto con il padre resta costante. «Parliamo dopo ogni partita, lo sento quasi ogni giorno. Ha sempre una risposta. È utile entrare nella mente di un attaccante come portiere: vedere ciò che vede lui e capire come posso rendere più difficile la vita agli avversari».
Alla Gazzetta dello Sport, Saetta sottolinea anche il pensiero del portiere sul campionato. «La Serie B è difficile, ma credo che possiamo arrivare alla stessa posizione dello scorso anno, se non migliore. La squadra è cresciuta e tutti lo sentiamo. L’approccio giusto è pensare a una partita alla volta, cercando di massimizzare i punti in casa e in trasferta. Così avremo ottime possibilità».
Sul campo, venerdì scorso, ha affrontato il giovane Desplanches del Pescara, uno dei prospetti più interessanti del calcio italiano: «Ha giocato una grande partita, il suo talento è evidente. Se continua così farà una carriera importante».
Sabato, contro l’Entella, il Cesena vivrà la sua prima partita casalinga della stagione. «Sarà dura – ha commentato Klinsmann – ma emozionante. In casa abbiamo sempre un’energia speciale che viene dai nostri tifosi».