PALERMO

Kjaer: «Tifo solo Milan e Danimarca. Alle altre voglio bene, ma è diverso»

Simon Kjaer apre le porte della sua casa sul Lago di Como a La Gazzetta dello Sport, mostrando la calma che lo contraddistingue. A dieci mesi dal ritiro, l’ex difensore danese parla del Milan, del ricordo di Eriksen e della sua nuova vita, senza nascondere emozioni e verità.

«Sono tifoso di Milan e Danimarca. I milanisti lo hanno capito»

Kjaer spiega a La Gazzetta dello Sport il suo legame con i rossoneri:
«Io sono tifoso di Milan e Danimarca, alle altre voglio bene: è diverso. I milanisti lo hanno capito».

Lo scudetto 2022 è l’immagine più forte lasciata dietro di sé:
«Nel 2022, quando un compagno parcheggiava a Milanello, gli leggevo in faccia la gioia. La partita con la Lazio ci diede la spinta decisiva. Ibra creava tensione, nel bene e nel male. Pioli fu bravo a capire i momenti. Zlatan mi ha insegnato tantissimo».

«Nel 2024-25 troppi cambi. Allegri ha rimesso ordine»

Riguardo alla scorsa stagione, Kjaer è prudente ma chiaro:
«Per me ci sono stati troppi cambi. A tutti i livelli».
Poi aggiunge che certe cose «non posso dirle» per rispetto degli amici coinvolti.

Sul nuovo Milan di Allegri:
«È tornato a essere il Milan. Quando porti Modric e Rabiot ritrovi esperienza… e l’esperienza oggi è sottovalutata. Può vincere lo scudetto perché ora sai chi comanda».

«Leao può essere come Dembélé. Ma deve fare il salto adesso»

Kjaer torna sul tema Leao — una domanda, spiega, che «ha perfettamente senso»:
«Rafa può essere uno dei migliori al mondo. Se imparasse un po’ da Gabbia…
Dembélé ha vinto il Pallone d’Oro e Rafa può essere allo stesso livello.
Ma deve crescere dell’1% al giorno. Non può farlo da solo: ha bisogno dell’allenatore e della società. A 29 anni sarebbe troppo tardi».

E su Gabbia:
«È il mio erede. Uno dei professionisti più seri che abbia mai visto».

«Inter-Milan? 60-40. Nel 2008 mi voleva l’Inter»

Alla domanda sui precedenti, conferma a La Gazzetta dello Sport la voce che circola da anni:
«Sì, nel 2008 l’Inter era interessata. E anche il Real aveva fatto un’offerta. Poi mi prese il Palermo».

Sul derby:
«Se l’Inter gioca in casa, dico 60-40. Ma in campo c’è equilibrio».

L’abbandono: «Ho smesso per i miei figli»

La decisione di ritirarsi è maturata lentamente dopo il mancato rinnovo con il Milan:
«È stato difficile, ma non improvviso. Ho avuto offerte, anche in Champions, in Danimarca, Belgio e Olanda. Ma nessuna vicina al sì».

Il perché del ritiro e della vita in Italia:
«Ho smesso per stare con i miei figli. Ho perso più della metà della loro vita. Qui stiamo bene».

Oggi fa parte del board del Midtjylland:
«Devo capire se voglio fare il ds, il dg o altro. Nel calcio ci sono troppi interessi. A me piace dire le cose in faccia, non sempre succede».

Eriksen, 12 giugno 2021: «Se se ne fosse andato, avrei smesso»

La parte più intensa dell’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport riguarda il malore di Eriksen:
«Se Christian se ne fosse andato, non avrei più giocato. Ho capito che il calcio è il calcio, la vita è la vita».

Un episodio recente lo ha turbato:
«Durante una partita di mio figlio un ragazzo si è rotto il polso. È entrata l’ambulanza. Mi sono sentito strano».

Sulla memoria collettiva di quei minuti:
«Eravamo in 40 e abbiamo ricordato quelle ore tutti insieme. Ora non so quali ricordi siano miei o no».

Il futuro: «Spero di lavorare in Italia»

«Tra cinque anni? Spero qui, in Italia, lavorando per un club. Magari ciò che faccio col Midtjylland, ma in Italia. Non so se al Milan sia possibile. Farò qualcosa che mi interessa».

Published by
Redazione Ilovepalermocalcio