Keita Baldé, benefattore per la sua terra: «Ho agito con il cuore, conosco la sofferenza»

E’ stato per anni protagonista nel campionato di serie A con le maglie di Lazio ed Inter, ora invece è sceso in campo vestendo i panni di un generoso benefattore per la sua terra natia: Keita Baldé Diao, attaccante del Monaco e della nazionale senegalese, in una lunga intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, ha raccontato dell’iniziativa che l’ha visto provvedere a vitto, alloggio e vestiario per 150 lavoratori stagionali senegalesi nella regione di Lurida, in Catalogna, dove è nato e cresciuto.

«Ho visto il video del portavoce dei lavoratori: mi sono commosso per la vicenda, l’ho contattato e abbiamo iniziato pensare a come risolvere il problema – ha spiegato Keita – Inizialmente ho agito in forma anonima, ma certe questioni burocratiche che stavano complicando le cose mi hanno spinto uscire alla luce. È andata bene così: se non mi fossi esposto credo che i lavoratori avrebbero continuato a dormire in strada».

L’ex Lazio conosce bene la realtà per la quale si è prodigato: «Vengo da genitori africani che hanno dato tutto per arrivare in Europa e dare un futuro migliore ai loro figli: per questo quando vedo situazioni del genere provo sempre ad aiutare. L’ho fatto con tutto il cuore: non era una cosa pensata per finire su Instagram, ma per risolvere un problema».

Molti sono gli atleti che si espongono, concretamente e simbolicamente, per dare il proprio contributo nella lotta al razzismo, fenomeno che però continua a ripetersi nel mondo del calcio: «Gli episodi si ripetono puntualmente purtroppo. E io darei tutti i soldi che ho guadagnato in questi anni, se servissero a far sparire il razzismo. Ma dipende dall’educazione e dai valori delle persone. L’esultanza in ginocchio? Deve essere un gesto spontaneo e non sempre nella foga del momento uno ci pensa. Ma se accade, ben venga». 

Sulla questione razzismo in Italia Keita ha dichiarato:«Il problema si ripresenta spesso e bisogna fare in modo che accada meno. A volte sono pochi scemi a comportarsi male, ma c’è gente cattiva, che cerca di attirare l’attenzione e non va sottovaluta. Io mi sono trovato benissimo in Italia e non giudico un Paese per cento che sbagliano».