La Juve Stabia torna a sorridere dopo la vittoria contro il Palermo, un successo che riporta entusiasmo e consapevolezza nell’ambiente gialloblù. Al termine del match, Ignazio Abate ha analizzato la prestazione dei suoi, sottolineando la risposta di carattere della squadra dopo le difficoltà delle ultime settimane.
«Ai ragazzi ho chiesto una prestazione d’orgoglio — ha dichiarato Abate — perché quando si prendono tre scoppole fuori casa c’è da vivere una settimana col veleno, sentendo il bruciore delle ferite. Quando giochiamo al Menti abbiamo sempre quel pizzico di convinzione in più, anche lo scorso anno era così. Ora però dobbiamo fare uno step ulteriore e riuscire a portare a casa punti anche in trasferta».
Un successo costruito con la forza del gruppo e il sacrificio di chi, pur non al meglio, ha voluto esserci: «Voglio ringraziare pubblicamente Mosti, Gabrielloni e Pierobon: non stavano bene, non si sono allenati molto ma hanno voluto essere con noi e hanno dato una grandissima mano. Siamo in un momento particolare, ma il gruppo ha un morale altissimo. Lavorano a testa bassa, forse anche troppo… quasi vorrei che a volte si ribellassero».
Abate ha poi esaltato la crescita dei giovani, simbolo dell’identità stabiese: «Cacciamani sta crescendo, è un ragazzo giusto. La squadra lo sostiene e lui sta rispondendo nel modo migliore».
Sul piano tattico, il tecnico ha spiegato le proprie scelte nel corso del match: «Leone lo vedevo bene, ma stavo temporeggiando per capire come stesse Mosti. Poi ho inserito Pierobon perché serviva più copertura: c’era bisogno di stringerci e mantenere compattezza negli ultimi minuti. Era difficile, ma la squadra ha mostrato grande umiltà, e questo atteggiamento lo voglio vedere in ogni partita».
Infine, Abate si gode il momento e invita l’ambiente a godersi il successo: «Godiamoci questa vittoria, che ci farà passare una bella sosta. È stato un match duro, ma affrontato con lo spirito giusto. Mi aspettavo un Palermo così, lo avevamo preparato con le due punte a prescindere da Gabrielloni».